Charles Avison-Francesco Geminiani
“Sonatas for Violin and basso Continuo, Op. 1”
The Avison Ensemble
divine art dda21210 (2CD)
Il nome di Charles Avison, il compositore inglese del XVIII secolo, è quantomeno conosciuto nel nostro Paese per via dei dodici Concerti Grossi arrangiati dalle sonate clavicembalistiche di Domenico Scarlatti, mentre del resto della sua produzione e della sua importanza nel panorama non solo inglese ma anche europeo della musica del tempo se ne sa poco o punto, se si eccettua un altro suo lavoro, i Concerti Grossi arrangiati da Avison dalle Sonate per violino e basso continuo Op. 1 di Francesco Geminiani. Un’opera che mette in debita luce due aspetti dell’arte e della vita di questo musicista, ossia che Avison è stato il più grande e geniale autore inglese del genere dei Concerti Grossi e l’ammirazione che provò nei confronti della musica del compositore lucchese, il quale trascorse la maggior parte della sua vita tra Londra e Dublino e fu amico dello stesso collega inglese. E il connubio tra Avison e Geminiani è paradigmatico per comprendere meglio il fondamentale influsso che la musica strumentale italiana (non considerando quella operistica che furoreggiò in terra d’Albione all’epoca grazie a Händel, Bononcini e Ariosti) ebbe su quella britannica per quanto riguarda il repertorio orchestrale. E traendo spunto dalla sapiente scrittura del musicista lucchese, Charles Avison seppe trarre dal nocciolo cameristico delle sonate una tavolozza di colori orchestrali tra le più felici che siano mai state create in tutto il Barocco. Non bisogna poi dimenticare che il ritrovamento del manoscritto di quest’opera risale a poco più di quindici anni fa, quando tra il 2000 e il 2002 all’interno delle fitte cartelle di lavoro dello stesso Avison, che ammontano a più di seicento fogli pentagrammati. A dire il vero, furono ritrovate le partiture di undici dei dodici Concerti Grossi, in quanto quella che riguardava l’undicesimo concerto è andata perduta. È stato quindi lo stesso primo violino e direttore de The Avison Ensemble, Pavlo Beznosiuk, in previsione della registrazione di queste opere, ad avere arrangiato il concerto mancante. Il risultato è che tale incisione rappresenta il riferimento per ciò che riguarda quest’opera (non per nulla l’ensemble orchestrale da camera inglese fondato da Gordon Dixon viene considerato la compagine di eccellenza assoluta per quanto concerne le opere di Avison); così, la brillantezza, la fluidità di emissione, l’attenzione timbrica ottenuta con strumenti rigorosamente filologici, l’inventiva e la grazia dispensate a piene note, fanno di questa registrazione un punto fermo di questi Concerti Grossi. Ammirevole.
Andrea Bedetti