AA.VV.
D’Arcangelo-Kościuszko
Rita D’Arcangelo (flauto) – Jakub Kościuszko (chitarra)
CD QBK Records – QBK 017
Ammetto di non essere un estimatore delle compilation musicali, soprattutto di quelle che presentano opere attinte da autori di epoche diverse, che spaziano liberamente tra i secoli e tra le varie latitudini geografiche, ma quando mi trovo ad ascoltare simili produzioni discografiche registrate da interpreti sensibili e tecnicamente ineccepibili il discorso cambia, nel senso che pur continuando a diffidare da questo tipo di operazioni artistiche, il mio ascolto si fa attento e motivato. Soprattutto quando a suonare c’è una flautista come Rita D’Arcangelo, uno dei tanti patrimoni artistici della nostra Italietta che, per meritare il rispetto e l’ammirazione dovuti, sono costretti a lavorare e a esibirsi principalmente all’estero. Dotata di una musicalità e di un fraseggio davvero ragguardevoli, Rita D’Arcangelo ha registrato, con un altro valentissimo interprete, il chitarrista polacco Jakub Kościuszko, un CD dedicato a composizioni scritte per tale duo cameristico o ridotte per tale organico, con un occhio di attenzione per il patrimonio musicale concentrato nell’area del Mediterraneo. Quindi, a farla da padrone sono soprattutto autori spagnoli quali Isaac Albéniz con Granada e Joaquin Rodrigo con Aria Antigua e Serenata al Alba del Día, per poi proseguire con il delizioso Andante cantabile di Niccolò Paganini e con un tributo alla musica popolare, quella Romanesca “nobilitata” dal compositore americano Quinto Maganini, valentissimo flautista e direttore d’orchestra. Un atto dovuto è la Sonatina Op. 205 di Mario Castelnuovo Tedesco e sempre d’effetto è la Pavane faureiana, oltre a un brano più che ragguardevole e poco conosciuto dalle masse musicali, l’Entr’acte di Jacques Ibert, e a un omaggio al chitarrista e compositore argentino Maximo Diego Pujol e alla sua Suite Buenos Aires. Varie scuole e vari periodi, dunque, ma sui quali domina il flauto dell’artista abruzzese, capace di rendere al meglio la poesia, l’anima, il senso di queste pagine così eterogenee, ben sostenuta e accompagnata da Jakub Kościuszko. Una nota di merito, infine, per la label polacca, in grado di confezionare una presa del suono veramente buona, che ha il merito di esaltare al meglio il timbro e il dettaglio dei due strumenti.
Andrea Bedetti