44 duo bartok

Bela Bartok

44 DUO

Sarah & Deborah Nemtanu violin

DECCA 478 8959

Certamente il lavoro ciclopico cui, all’inizio del XX secolo, si sono accinti Bartok e il suo sodale e amico Kodaly, ha portato una messe di dati e di testimonianze impressionante, con la raccolta di almeno tremila melodie popolari, trascritte e, in alcuni casi, addirittura registrate con uno dei primi fonografi. Si tratta del risultato di un lavoro tutto “sul campo”, vagando per i più piccoli villaggi della campagna magiara e delle regioni di confine (Slovacchia, Rutenia, Serbia, Romania, Ukraina). Era il materiale che avrebbe dovuto dare origine a un colossale progetto editoriale, la pubblicazione di un “Corpus Musicae Popularis Hngaricae”, del quale, in realtà uscì solo il primo volume nel 1953. Per Bartok, il canto popolare ungherese divenne così la fonte inesauribile per tutta la sua produzione musicale, anche se il compositore affermò anche che il suo stile, dalle mille sfaccettature, per quanto caratterizzato dalla musica popolare, era anche espressione della sua stessa natura artistica. Basti, come esempio, il ventaglio stilistico stupefacente della sua musica, dall’ Allegro barbaro per piano solo del 1911, alle Danze popolari rumene del 1915, fino al Castello di Barbablù del 1918. La biografia musicologica di Bartok risulterebbe tuttavia monca se tralasciassimo la sua attività di didatta, che vede l’utilizzo della musica e del canto popolari come fonti per una serie di esercizi, a difficoltà graduata, per i giovani pianisti (“Dix pièces faciles”e “Pour les enfants” del 1908 e soprattutto” Mikrokosmos”, portato a termine nel 1939). Sebbene il pianoforte resti il supporto principale,per l’espressione musicale bartokiana, anche il violino ne attiro’ l’interesse, come si evince dalla sue due Rapsodie del 1928, dalle due Sonate “numerate” del 1921/1922 e dal Concerto per violino, dedicato nel 1908 alla giovane violinista magiara Stefi Geyer. E si viene così ai “44 Duo” per violino del 1931, articolati in quattro volumi, composti per rispondere alla richiesta del famoso didatta Erich Doflein, che coinvolse anche Carl Orff, Paul Hindemith e Matyas Seiber nel progetto editoriale che portò alla pubblicazione del “Metodo per violino Doflein”. I “44 Duo”, oggetto della presente incisione, si basano, ovviamente, sui canti popolari dell”Europa orientale, come rivelano i titoli della maggior parte dei pezzi. Ma non si tratta di semplici trascrizioni, bensì di vere e proprie “meditazioni” che dimostrano il legame inscindibile tra la musica folclorica e la creatività di Bartok. A differenza di quella che era l’abitudine del compositore ( trascrizioni e arrangiamenti di originali composizioni per piano dedicate ad altri strumenti o gruppi strumentali), questa volta Bartok trascrisse per due pianoforti sei Duo, pubblicati col titolo di “Piccola Suite” nel 1936. Forse la caratteristica distintiva è più affascinante dei Duo e’ costituita dall’incredibile ventaglio di sonorità che Bartok e’ in grado di sciorinare senza ricorrere ad artifici tecnici, tranne pochi casi. Peraltro, l’abilita’ del compositore e del didatta si evince nel saper combinare i linguaggi armonico e ritmico in modo non convenzionale e disinvolto. Troviamo così dissonanze, fino all’avventura in territori “proibiti” come quelli della musica bitonale. Le due interpreti, Sarah e Deborah Nemtanu si dimostrano valide interpreti, capaci di guidarci nella scoperta o nell’approfondimento di quel genio dell’etnomusicologia applicata alla didattica che fu Bela Bartok.

Angelo Formenti