BOCCHERINI OP26

L. BOCCHERINI

String Quartets Op. 26

Ensemble Symposium

Brilliant Classics 95302

Stiamo indubbiamente assistendo, in questi ultimi anni, a un processo irreversibile di riscoperta di autori e musiche poco noti e grazie alla sempre maggiore preparazione possiamo ascoltare pregevolissime edizioni con strumenti originali, che concretamente ci fanno capire quanto la “filologia” non sia più un vezzo, una moda, ma una necessità.

Capita però di ascoltare dischi che ci fanno riflettere e il presente è uno di questi. Qui il compositore non è sconosciuto ,anzi è notissimo. Parliamo di Luigi Boccherini. Tutti conosciamo la sua vita, il suo “esilio” spagnolo, la sua miserabile e sfortunata fine, la sua meravigliosa musica. Oppure no? Nel caso di Boccherini si assiste a un paradosso: mentre la ricerca fa passi enormi per comprendere meglio la sua opera, per criticizzarla e presentarcela nel migliore dei modi possibili, non altrettanto sembra essere stato fatto in questi anni a livello discografico.

In particolar modo, grande interesse desta la sua produzione quartettistica: una produzione cospicua, importante e di assoluta qualità, snobbata però quasi totalmente dai programmi concertistici, atrofizzatisi in questi utlimi anni sulle integrali di Mozart, Haydn e Beethoven.
Il nuovo CD dell’Ensemble italiano Symposium conferma quanto di buono avevamo a suo tempo scritto riguardo il CD dedicato a Campagnoli. Una lettura fresca, vivace. Un perfetto insieme e una comunanza di intenti davvero invidiabile fanno di questo gruppo uno dei più interessanti del panorama attuale. E, come potrete sentire nell’intervista audio che abbiamo realizzato con Simone Laghi (violista dell’ensemble), dietro a tutto questo troviamo un rigoroso percorso di ricerca che ci regalerà sicuramente molto sorprese in futuro, soprattutto per quanto riguarda il repertorio quartettistico.

Nel frattempo non resta che ascoltare questa OP 26 di Boccherini (una delle “opere piccole”, così come le definiva il compositore), quartetti in soli due movimenti, dove una volta di più cogliamo il genio assoluto di questo compositore che avrebbe meritato ben altra fortuna in vita.

Gabriele Formenti