CONCERTO TEATRO DAL VERME
Mercoledì 24 ottobre 2018
PER VIDAS
Sol Gabetta, violoncello
Orchestra Accademia Nazionale di Santa Cecilia
Mikko Franck, direttore
Dopo il concerto di Ivo Pogorelich nel marzo 2017 Vidas ha organizzato per il 2018 un altro evento di raccolta fondi per la Casa Sollievo Bimbi, progetto di una struttura per ospitare pazienti minorenni per cure palliative. Quest’anno i protagonisti della serata al Teatro dal Verme sono l’Orchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia diretta dal suo Direttore Principale Ospite Mikko Franck e la violoncellista Sol Gabetta. Il lungo programma della serata prevede l’Ouverture-Fantasia Romeo e Giulietta di Čajkovskij, il Concerto in la minore per violoncello e orchestra op.33 di Camille Saint-Saëns e per concludere la Sinfonia n.2 in re maggiore op.43 di Jan Sibelius. Un anno dopo il concerto al Festival MiTo torna l’Orchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia a Milano sempre con Mikko Franck e con un programma che presenta molte analogie con quello dell’anno precedente. Ci sono ancora infatti brani di Čajkovskij e Sibelius, non più Quinta Sinfonia e Finlandia ma Romeo e Giulietta e Sinfonia n.2, e il brano racchiuso tra questi due presenta sempre come strumento solista il violoncello.
L’Ouverture-Fantasia Romeo e Giulietta che apre il concerto è una mastodontica ouverture che prende spunto dalla tragedia di Shakespeare. Composta nel 1869 venne riveduta e corretta per ben due volte: l’anno successivo e nel 1880. La lettura di Mikko Franck, molto ricca di colori e varia dal punto di vista delle dinamiche, è a tratti retorica ma in modo intelligente e senza esagerazioni. Dopo una breve pausa tecnica per creare lo spazio per la solista riprende il concerto con Saint-Saëns.
Al violoncello si presenta la giovane violoncellista argentina di origini italo-franco-russe Sol Gabetta.
In piena continuità con il brano precedente anche il Concerto op.33 di Saint-Saëns è in realtà una fantasia nonostante vi sia una suddivisione della partitura in tre movimenti. Il materiale tematico del primo movimento compare infatti anche alla fine del secondo e del terzo. Ciò che appare diviso sotto un punto di vista formale è in realtà unito dal punto di vista del contenuto, del materiale tematico. Sol Gabetta affronta il concerto del compositore francese con un piglio deciso e solidità tecnica. Non si tratta di una musicista dalle grandi cesellature, di grande finezza interpretativa, ma non è neanche l’opposto. La presa sul pubblico della violoncellista è però quasi magnetica, riesce a catalizzare l’attenzione del pubblico forse complice anche la vicinanza della platea al palcoscenico. Dopo Saint-Saëns Sol Gabetta insieme a tutta la fila di violoncelli di Santa Cecilia concedono come bis una trascrizione della chanson di Gabriel Fauré “Après un rêve” dalle Trois mélodies op.7, accolto anch’esso dal grande entusiasmo del pubblico.
Dopo l’intervallo giunge il momento della grandiosa seconda sinfonia di Sibelius; composta a Rapallo nel 1901 e rivista l’anno successivo. Suddivisa nei quattro canonici movimenti la sinfonia inizia subito con un frammento degli archi evocativo che immerge immediatamente l’ascoltatore in uno spazio nuovo, una dimensione che unisce il paesaggio nordico e la leggenda. Una frase degli oboi propone subito del materiale tematico, ma viene subito interrotta dai corni, per poi tornare uguale a prima e di nuovo interrotta. Così comincia questo movimento che presenta lunghe sezioni melodiche affidate ai fiati. L’esecuzione di Mikko Franck si caratterizza fin da subito per un notevole spessore sonoro, l’impasto degli archi è denso. La gestione delle dinamiche è molto curata e i fortissimi sono veramente pieni senza però andare a scapito della qualità del suono evitando il comune errore di varcare la sottile linea di demarcazione tra suono e rumore. L’orchestra pare in ottima forma: in particolare ottoni e archi, qualche pecca degli oboi invece per quanto riguarda la sezione dei legni soprattutto nel Trio dello Scherzo. La sinfonia procede con un movimento lento che acquista con lo scorrere delle battute un carattere solenne. Segue un breve Scherzo, “Vivacissimo”, che conduce senza soluzione di continuità al Finale: “Allegro moderato”. Quest’ultimo movimento acquisisce una dimensione solenne e processionale soprattutto con la perorazione finale con un movimento ondivago degli archi o dei leghi che si alternano nell’esposizione del secondo tema.
Questa perorazione è in realtà un lunghissimo crescendo in tonalità minore che si trasfigura improvvisamente in maggiore; viene poi esposto un breve frammento dai tre tromboni fino al ritorno per aumentazione del tema iniziale che con un fantastico artificio si smaterializza per far posto ad un grandioso e affermativo corale di trombe e tromboni di grande presa emotiva che conclude questa magnifica sinfonia. Uno scroscio di applausi accoglie la fine del concerto e convince dopo varie uscite il M° Franck a concedere un bis: un incredibile ed intensissimo Valse Triste di Sibelius.
Luca Di Giulio