LA FINTA GIARDINIERA
TEATRO ALLA SCALA
16 OTTOBRE 2018 (terza rappresentazione)
Diego Fasolis Direttore
La stagione d’opera del Teatro alla Scala che sta volgendo al termine ha in serbo ancora qualche bella sorpresa in attesa dell’ormai imminente prima del Sant’Ambrogio milanese. Mozart con strumenti originali per un titolo affascinante: la finta giardiniera. Opera giovanile del salisburghese pochissimo rappresentata oggi in Teatro e poco frequentata anche in disco, anche se proprio in anni recenti ricordiamo una bellissima incisione di René Jacobs per Harmonia Mundi. I motivi di richiamo per questo titolo c’erano dunque tutti e il ritorno di questo titolo in Scala era quanto mai sentito. Anche se parlare di “ritorno” è forse inappropriato in quanto al Piermarini “la finta giardiniera” di fatto non è mai approdata, essendo stata rappresentata nelle estati del 1970 (5 rappresentazioni) e del 1971 (4 rappresentazioni) alla Piccola Scala, piccola sala adiacente al Teatro e oggi non piu’ esistente. Un’occasione assolutamente non persa questa riproposta in tempi moderni, dato che a dirigere questo lavoro è stato chiamato Diego Fasolis, barocchista dalla comprovata fama ed esperienza, non nuovo alle rappresentazioni operistiche anche non barocche (è recente il suo trionfo al LAC di Lugano con “il Barbiere di Siviglia” di Rossini, con “i barocchisti” in versione classica).
Qui dunque alle prese con questo autentico capolavoro di Mozart teenager (19 anni quando la compose), dove possiamo ravvisare – non è sbagliato pensarlo – alcune trovate teatrali del Mozart maturo. L’opera è andata in scena con un’orchestra classica equipaggiata con strumenti d’epoca, un bel segno dei tempi. L’Orchestra del Teatro alla Scala con strumenti originali, rimpinguata nelle sue fila da autentici specialisti dell’esecuzione storicamente informata, militanti proprio nel gruppo “i barocchisti” di Fasolis. A una trama che non rinuncia alle complessità tipicamente settecentesche ha fatto da contraltare una messa in scena efficace e minimal (di Antony MacDonald, che non ha rinunciato a qualche “effetto speciale” nel finale) e una regia attenta e rispettosa come quella di Federic Wake-Walker ha sicuramente contribuito alla riuscita di questa rappresentazione. Ottimo il cast vocale, con il Don Anchise di Kresimir Spicer, la Sandrina di Hanna-Elisabeth Muller (la finta giardiniera del titolo) e una strepitosa Serpetta di Giulia Semenzato.
Tutti capaci di reggere questo titolo anche e soprattutto dal punto di vista puramente teatrale, dove non mancano i momenti spassosi e ironici. Un capolavoro ritrovato in un’esecuzione di assoluto riferimento tanto per il rigore interpretativo mostrato quanto per la gustosa teatralità che ha saputo regalare per un’opera di quasi tre ore, mai banale, mai annoiante.
Gabriele Formenti