G. PUGNANI
CONCERTI PER VIOLINO E ORCHESTRA
ORCHESTRA NUOVE ASSONANZE
ROBERTO NOFERINI, VIOLINO
ALAN FREILES MAGNATTA, DIR.
TACTUS TC731601
La musica strumentale italiana del settecento rappresenta ancora oggi un territorio sconfinato tanto per il ricercatore quanto per l’interprete. A dimostrazione di ciò sono le innumerevoli proposte discografiche (poche quelle concertistiche invece), che ci presentano autori italiani di cui si ignorava, solo pochi anni fa, il nome. Ma, se è vero che il baricentro strumentale si sposta, proprio verso la fine del periodo barocco, oltralpe, consacrando Francia, Germania, Austria e Inghilterra come mete privilegiate per i maggiori compositori/esecutori con conseguente sviluppo di scuole compositive e interpretative che potremmo definire “nazionale”, l’Italia manterrà pur sempre un suo primato e un suo “appeal”. Non si spiegherebbe altrimenti la volontà di papà Mozart di trovare un impiego stabile a Milano per Wolfgang, o il soggiorno sempre nel capoluogo lombardo di Johann Christian Bach, che lasciata la città di Milano, approderà a Londra. Tutte esperienze significative che sono la cifra di un’importanza degli autori italiani davvero da non sottovalutare. Il classicismo viennese di fatto – semplificando oltremisura – deve molto all’Italia e ai suoi compositori/esecutori. Mozart per esempio, prende a modello per i suoi primi lavori dedicati al violino proprio compositori italiani. Il riferimento primario è quello di Pietro Nardini, più volte citato da Papà Mozart nelle sue lettere con il figlio. Ma Nardini non è stato l’unico violinista italiano capace di influenzare il nascente classicismo viennese. Fra i molti compositori ricordiamo infatti proprio Gaetano Pugnani, l’oggetto di questa pregevole incisione Tactus con lo specialista Roberto Noferini violino solista. Il disco ci offre una bella visuale sulla sua produzione violinistica, davvero interessante. Pugnani nasce nel 1731 e muore nel 1798 (sette anni dopo Mozart dunque) e i due concerti qui presentati stupiscono l’ascoltatore per la dimensione della struttura, per la durata, per la facile inventiva melodica di un compositore capace all’epoca di varcare i confini nazionali, arrivando fino in Russia. Noferini ci regala una magistrale interpretazione su un violino Scarampella del 1865 e l’orchestra è partner sicura e affidabile del solista in una lettura rigorosa ma emozionante di questi lavori qui presentati in prima registrazione mondiale. Non si potrebbe davvero chiedere di meglio per cominciare a riscoprire il repertorio di Pugnani. Un disco immancabile!
Gabriele Formenti