Presentata ieri in conferenza stampa la nuova stagione del Teatro alla Scala con Il ritorno di Attila per la direzione di Riccardo Chailly e la regia di Davide Livermore. Nel cartellone della nuova stagione troviamo 15 titoli d’opera, 7 di balletto (e 2 ospitalità del Tokyo Ballet), 8 concerti sinfonici e 7 recital di canto, oltre alle serate straordinarie, le ospitalità internazionali e gli spettacoli per bambini (scarica il magazine della nuova Stagione).
Tanto Verdi in cartellone (“Attila” in apertura a Sant’Ambrogio, a seguire “Traviata”, “I Masnadieri”, “Rigoletto”) Mozart e Salieri (“Idomeneo” e “Prima la musica poi le parole”). Spazio poi all’opera barocca con “Giulio Cesare” di Handel sotto la direzione dello specialista Giovanni Antonini (direttore dell’ultimo concerto di Natale scaligero), e a quella contemporanea con “Quartett” di Luca Francesconi. Due i titoli dedicati a Richard Strauss (“Ariadne auf Naxos” e “Die Aegyptische Helena”). Da segnalare poi l’opera di Korngold “Die Tote Stadt”, capolavoro del novecento musicale tutto da riscoprire. Completano il cartellone opertistico le opere “Cenerentola” (Rossini), “Chovanšcina” (Musorgskij), “Manon Lescaut” e “Gianni Schicchi” (Puccini), “Elisir d’amore” (Donizetti).
Parallelamente, la stagione di Balletto presenta il suo cartellone, così raccontato dallo stesso Frédéric Olivieri, direttore del Corpo di Ballo del Teatro: “La nuova Stagione di Balletto presenta sette produzioni ma nove sono i balletti, essendo una serata strutturata a trittico. Tre novità, con due titoli in prima nazionale e una nuova creazione, in prima assoluta, arricchiranno ulteriormente il nostro repertorio, presente in questa stagione, accanto al trittico, con tre riprese di balletti a serata, patrimonio della Scala, con allestimenti che furono realizzati per noi. Con una firma straordinaria, George Balanchine, e un balletto mai messo in scena in Italia, Lo schiaccianoci, si inaugura la Stagione. George Balanchine’s The Nutcracker®, tra le più famose produzioni del capolavoro di Čajkovskij, è un balletto straordinario con scene emozionanti, elaborate e di grande effetto, e un grande dispiegamento di forze, del Corpo di Ballo e dei più piccoli allievi della Scuola, impegnati in gran numero. La collaborazione con il Balanchine Trust continua dunque con un altro grande balletto a serata che entra in repertorio dopo “Sogno” e Jewels, con il valore aggiunto di nuove scene e costumi, firmati da un grande nome del teatro, Margherita Palli. In prima assoluta, un altro evento si lega al fortunato ciclo su musica da camera: una nuova creazione, di Angelin Preljocaj, artista eclettico e sensibile che torna alla Scala dopo numerosi anni, e che dopo aver concesso proprio alla nostra Compagnia il debutto nazionale di tre dei suoi più acclamati lavori, ora finalmente le dedica una creazione, Winterreise, sui Lieder di Franz Schubert. Un altro nome di assoluto spicco è Wayne McGregor. Memorabile fu la collaborazione con i nostri ballerini per Dido and Aeneas nel 2007; per la prima volta entra nel cartellone dei Balletti, per il debutto scaligero e nazionale di Woolf Works, pluripremiato successo al Royal Opera House Covent Garden, per cui fu creato. Ispirato al mondo umano artistico e letterario di Virginia Woolf sulla partitura originale del noto compositore Max Richter, vedrà straordinaria protagonista, così come al debutto, Alessandra Ferri, in uno dei lavori più emozionanti e intensi della sua carriera, accanto a Federico Bonelli, Principal del Royal Ballet. Alla Scala è legata La Bella addormentata di Rudolf Nureyev, che a dodici anni dalle precedenti recite torna in scena al Piermarini, dove nacque nel 1966: tra le letture dei classici di Nureyev che la Scala ha in repertorio, fu proprio la Bella a vedere su questo palcoscenico la sua prima assoluta. Nello sfarzoso décor e con i preziosi costumi del premio Oscar Franca Squarciapino, firmati per la Scala nel 1993, vedrà in scena in alcune recite Polina Semionova, in un ruolo mai presentato alla Scala prima d’ora; anche la nostra étoile Svetlana Zakharova sarà Aurora in alcune recite, per poi interpretare, in seguito, nuovamente il ruolo protagonista di Giselle.
Torna infatti in scena il balletto romantico per eccellenza, nella ripresa di Yvette Chauviré che continua a commuovere il pubblico italiano e non solo: con questa indimenticabile coreografia di Coralli-Perrot, perfetta nella sua struttura, impreziosita dall’allestimento scaligero di Alexander Benois, il Corpo di Ballo ha ottenuto grandi riscontri anche nelle recenti tournée internazionali. E torna Onegin, esempio perfetto di moderno “dramma in danza” ispirato al romanzo in versi di Aleksandr Puškin¸ che John Cranko riscrisse con maestria e sensibilità. Con la sua grande intensità, vedrà nuovamente protagonisti per alcune recite la nostra étoile Roberto Bolle accanto a Marianela Nuñez, Principal del Royal Ballet. A suggellare la programmazione, un trittico conferma il filo conduttore della Stagione: grande musica, grande danza, firme di assoluto prestigio nel panorama della coreografia del Novecento: qui si riuniranno George Balanchine con Bizet per Symphony in C, Jiří Kylián con Mozart per Petite Mort e Maurice Béjart con Ravel per Boléro, che ritroverà sul mitico tavolo rotondo l’étoile Roberto Bolle. A questi appuntamenti si aggiunge, a luglio con The Kabuki e un secondo programma misto, l’invito del Tokyo Ballet, con cui la Scala ha sempre avuto uno scambio culturale intenso e con cui prosegue, dopo il Bol’šoj, l’ospitalità a prestigiose istituzioni che vantano un altrettanto prestigioso ensemble di balletto“.
Terminiamo questa veloce rassegna sulla nuova stagione ricordando gli 8 appuntamenti sinfonici in cartellone (che completano l’offerta parallela della Filarmonica della Scala): due affidati al Direttore Musicale Riccardo Chailly con programmi mahleriani dedicati alle Sinfonie n° 6 e n° 5 e tre con protagonista, in capolavori del repertorio sacro, il Coro della Scala preparato da Bruno Casoni. Tornano grandi Maestri come Christoph von Dohnányi e Zubin Mehta con due programmi dedicati alle sinfonie di Bruckner, mentre Myung-Whun Chung impagina una prima parte dedicata a Debussy e Ravel accanto alla Patetica di Čajkovskij. Ingo Metzmacher conclude con la Sinfonia Lobgesang di Mendelssohn e Rendering di Berio una Stagione che vede il debutto di uno dei più talentuosi giovani direttori: Lorenzo Viotti.
Gabriele Formenti