D. SCARLATTI
17 sonatas
Andrés Alberto Gòmez, clavicembalo
Vanitas Records
17 sonate, scelte dal catalogo Scarlattiano. Una sfida, ieri come oggi, per inteprete e casa discografica, visto il catalogo davvero cospicuo di registrazioni oggi disponibili sul mercato. Tralasciando le intergrali (su tutte, quella di Scott Ross, da poco ripubblicata e offerta a prezzo budget da Warner Classics), le uscite singole non mancano. Quello che manca forse è un approccio più fantasioso a questo repertorio. Ecco dunque che con grande piacere segnaliamo questo splendido CD proposto dalla piccola etichetta spagnola Vanitas Records. Un viaggio originale e assai interessante all’interno di queste 555 sonate per cembalo solo (ma alcune di queste furono, se non espressamente concepite, quanto meno eseguite sicuramente anche al Fortepiano all’epoca di Domenico) ce lo propone il cembalista spagnolo Andrés Alberto Gòmez, che già avevamo avuto modo di apprezzare in veste di accompagnatore/continuista in altri titoli Vanitas. Qui invece assoluto protagonista con un cembalo copia da Ruchers 1624 realizzato da Titus Crijnen nel 2011. Un cembalo fiammingo dunque, per rendere tutta la ricchezza di questa musica unica nel suo genere, perchè unica e originale fu la forma concepita da Domenico Scarlatti: una sonata in un unico movimento, bipartita al suo interno. Si tratta spesso di vere e proprie miniature della durata di 2, 3 minuti (anche meno in alcuni casi), dove la tecnica richiesta all’esecutore è notevole (famosa in queste sonate è la tecnica dell’incrocia delle mani, segnata in partitura con le lettere S (=mano sinistra), D (=mano destra). Ciò che colpisce di questa nuova proposta è non solo, come già si diceva la scelta operata all’interno dell’immenso catalogo scarlattiano (555 sonate, conservate in due codici manoscritti e mai stampate, ad eccezione delle prime 30 Sonate apparse come “essercizi per il gravecembalo” a Londra), ma anche l’approccio interpretativo di Alberto Gòmez, che soprattutto nelle sonate lente, riesce a presentare un originale tocco e una “dislocazione” fra mano destra e sinistra, oggi di raro ascolto in questa musica. E poi, le briose sonate, quelle più allegre e vivaci, dove il suo virtuosismo può spiccare il volo (anche nella traccia 12, un Preludio in stile composto dallo stesso Gòmez per questa registrazione). Un CD che sarà per alcuni, forse, anche una scoperta in quanto vengono presentate sonate di più raro ascolto e non solamente le più famose e inflazionate (fra queste sicuramente si annovera la sonata K.30, detta anche “fuga del gatto“, presentata come penultima traccia del disco). Insomma, una novità discografica che non può mancare nella discoteca di un autentico appassionato di Scarlatti. Complimenti.
G. Formenti