AA.VV.
M. RAVEL, E. LALO, C. FRANCK
Ravel: Tzigane
Lalo: Symphonie espagnole
Franck: Sonata in La maggiore
Orchestra del Teatro Verdi di Trieste: dir. Claudio Abbado
Orchestra di Torino della RAI: dir. Ferdinand Leitner
Enrica Cavallo, pianoforte
Franco Gulli, violino
IDIS 6716
Un giovane e sorridente Claudio Abbado appare sulla copertina di questa bella emissione, a fianco di un altrettanto giovane Franco Gulli: sono immagini, queste, capaci di emozionare tutti gli appassionati. La differenza di età, fra i due, era di soli sette anni. Il direttore italiano era in piena ascesa mentre Gulli si fregiava già del titolo di mostro sacro dell’archetto. Tuttavia, a dire il vero, come direttore la parte del leone in questo disco la fa Leitner! Abbado infatti dirige solo le brevi “Tzigane” di Ravel (dieci minuti di durata), mentre Ferdinand Leitner è coinvolto nella ben altrimenti impegnativa “Symphonie espagnole” di Lalo (la cui durata si aggira intorno alla mezzora). La versione qui presentata, fra l’altro, espunge l’Intermezzo, a favore delle versione in soli quattro movimenti. Registrazione dunque del 1957 (le “Tzigane” sono invece del ’65), in cui balza all’orecchio per prima cosa il livello eccezionale dell’orchestra della RAI, la quale mostra una compattezza e un gioco coloristico degno di un’orchestra di livello internazionale. Per quanto concerne Gulli, invece, di lì a poco sarà denominato fra i musicisti con il soprannome di “Il signore del violino” e direi che questo appellativo delinea perfettamente la sua personalità: gusto squisito nel porgere la frase unito ad una padronanza assoluta dello strumento. In effetti, nel “pericoloso” brano di Lalo, la tenuta strumentale è qualcosa di ultraterreno: sentiamo una cavata di bellezza straordinaria e un’intonazione di perfezione immacolata andare a braccetto con una fluidità nel cantabile che, per naturalezza d’eloquio, pare frutto di un’improvvisazione. Gulli porta il brano fino alla fine senza soluzione di continuità con una musicalità davvero “d’altri tempi”: artisti così, spiace dirlo, oggi si contano sulle dita di una mano… Anche l’esecuzione della Sonata di Franck (registrata nel 1965), al fianco della pianista Enrica Cavallo (compagna del violinista anche nella vita), è stata di riferimento per lunghi anni. Ed erano anni lontani dalla facilità di registrazione che abbiamo oggi, anni in cui incidere un disco significava giocarsi tutto. D’altronde, anche l’iniziale cadenza rapsodica del pezzo raveliano cattura tutta la magia ipnotica del nostro grande violinista. Possiamo dunque dire che anche questa uscita dell’Istituto Discografica Italiano (IDIS), consegna al mercato un’altra perla per palati fini.
Fabrizio Carpine