BASILICA DI SAN SIMPLICIANO, MILANO

SOCIETA’ DEL QUARTETTO – 20 DICEMBRE 2016

TON KOOPMAN & AMSTERDAM BAROQUE ORCHESTRA AND CHOIR

Schermata 2016-11-02 alle 16.07.41

Milano capitale della musica antica, ma non solo. Anche Città dalla vocazione europea con un’offerta musicale quanto mai varia e di altissimo livello. La conferma ci arriva dal calendario delle proposte musicali legate all’Avvento. Una settimana ricca di appuntamenti, spesso purtroppo concomitanti. Meglio abbondare comunque, come dicevano gli antichi.

La nostra scelta è caduta su un concerto che per molti aspetti si preannunciava memorabile e in effetti tale si è rivelato, e che vedeva il ritorno attesissimo di uno dei più amati e seguiti interpreti di musica barocca: Ton Koopman.

Milano è città d’elezione per Koopman il quale – lo ricordiamo – proprio nel capoluogo lombardo è stato protagonista in passato di più di un ciclo Bach promosso in collaborazione fra la storica rassegna “Musica e Poesia in San Maurizio” e Società del Quartetto, che ha gestito la rassegna fino alla sua scomparsa.

Chi meglio di Koopman dunque per un concerto natalizio all’insegna di Bach? Chi meglio dell’olandese per proporre un viaggio all’interno della sua produzione di Cantate?

Ecco allora un programma non scontato, fin dal titolo: un Oratorio di Natale alternativo. Sì, perché quello che conosciamo come Weihnachts Oratorium è in realtà il risultato di un aggregazione di sei cantate composte per i vari giorni del Natale. Non è dunque un ciclo chiuso, ma “solamente” una selezione di quanto Bach scrisse per l’Avvento. Ecco spiegata così la scelta di Koopman di non presentare integralmente le quattro parti dell’Oratorio Bachiano ma solo le Cantate “Jauchzet, frohlocket” BWV 248/1 e “Herrscher des Himmels” BWV 248/III. Fra queste due notissime composizioni Koopman ha messo in programma autentici gioielli, come la cantata “Darzu ist erschienen der Sohn Gottes” BWV 40 e la “Sie werden aus Saba alle Kommen” BWV 65.

L’istrionico cembalista e direttore olandese Ton Koopman tornava a Milano presentandosi con il suo ensemble Amsterdam Baroque rafforzato dal coro e da 4 solisti vocali di assoluto livello. In una Basilica di San Simpliciano gremita in ogni ordine, si è assistito al rinnovarsi di un miracolo musicale e umano. Tali sono state le emozioni provate e le attenzioni che il pubblico milanese ha riservato al gruppo olandese.

Foto Flavio Di Renzo_3247

(Foto: Flavio Di Renzo)

I brani più interessanti sono stati proprio quelli centrali, quelle due cantate scelte da Koopman per mostrare quanto ampia e variegata sia la tavolozza strumentale di Bach, con flauti a becco, corni da caccia, trombe. Il comparto dei fiati si è confermato di altissimo livello e sugli standard della scuola olandese. Anche le trombe naturali, impegnate nelle due cantate dell’Oratorio bachiano vanno menzionate: a volte imprecise (ma lo strumento naturale propone difficoltà a volte mostruose per l’odierno esecutore), ma sempre intonate e ben impastate con gli archi.

L’acustica della Basilica non aiuta, lo diciamo. Questo luogo, così caro ai Milanesi, così ricco di storia e che tanti ensemble musicali ha visto transitare in questi ultimi 30 anni, non trova nell’acustica il suo punto di forza; è difficile infatti cogliere i dettagli e le articolazioni degli antichi strumenti, soprattutto nel “tutti” orchestrale con il coro in aggiunta. L’ascoltatore all’inizio rimane spiazzato, ma presto l’orecchio si abitua. Più difficile è forse per chi suona trovare i giusti riferimenti, come hanno evidenziato gli oboi nell’attacco dell’aria del Basso “Gold aus Ophir ist zu schelcht” dalla Cantata BWV 65 dove per qualche secondo tutto l’insieme ha pericolosamente traballato. Ma si è trattato di un attimo, gestito con maestria da Koopman il quale sedendo all’organo dirigeva con perizia grazie anche ad un gesto morbido e teatrale.

Foto Flavio Di Renzo_3166

(Foto: Flavio Di Renzo)

Non sono mancati momenti di assoluta bellezza, come l’aria “Schließe, mein Herze” con il violino obbligato di una splendida Catherine Manson, o gli interventi vocali del Tenore Tilman Lichdi che non a caso è considerato uno dei migliori interpreti oggi in circolazione proprio dell’Oratorio bachiano, sicuramente uno dei migliori di tutta la serata, dotato di chiara dizione e di virtusismo vocale non comune. Non da meno comunque si sono rivelati il Basso Klaus Mertens e il controtenore Maarten Engeltjes. Giusto una comparsa ha fatto il soprano Martha Bosch, nel meraviglioso duetto con il Basso in “Herr, dein Mitleid, dein Erbarmern” con gli oboi obbligati, nella cantata proposta in chiusura di serata, la BWV 248/III. Ha però lasciato un ricordo speciale della sua voce. Un serata magica della quale sono grato.

Gabriele Formenti

 

Salva