A. Vivaldi
CONCERTI PER DUE VIOLINI
Giuliano Carmagnola & Amandine Beyer
Gli Incogniti
Harmonia Mundi HMC 902249
“Il doppio concerto vivaldiano e’ un palcoscenico su cui due solitudini, all’interno di un gruppo, si incontrano, si misurano una con l’altra e infine si sostengono a vicenda. I partner/avversari reagiscono alla loro immagine specchiata con risorse particolari, scoprono nuove sfaccettature di se stessi ed inevitabilmente si liberano, si emancipano.
Visto dal di fuori, il confronto appare inevitabile, in realtà rivela finalmente che ciascuno dei due può risultare vincitore a suo modo, ma non è che attraverso l’altro che ciascuno potrà conoscere veramente se stesso.
Alla fine, il vero trionfo sarà solo collettivo !”
Queste poche righe di Olivier Foures condensano, distillano la vera natura dei Concerti per due violini di Antonio Vivaldi, che appaiono certamente peculiari ed in controtendenza rispetto alla tradizione del Concerto Grosso di matrice seicentesca.
In un arco temporale di vent’anni, dal 1710 al 1730, il Prete rosso da’ forma alla sua concezione di doppio concerto, indicando una strada che ai contemporanei (e non solo) non poteva che apparire perigliosa, dovendo mettere in campo, alla pari, due solisti.
Certamente quell’incredibile laboratorio dell’Ospedale della Pietà ne costituì l’incubatrice.
Le giovani strumentiste che suscitarono l’ammirazione di Charles Burney nel suo viaggio musicale in Italia, furono lo strumento di questa sperimentazione non solo esecutiva, ma anche, e soprattutto interpretativa, laddove un insieme di solisti diventava, nella concezione vivaldiana, una cosa sola, un solo strumento, insomma come si direbbe oggi, un team, nel quale il successo di uno e’ il successo di tutti, e viceversa.
Amandine Beyer, nella sua prefazione all’incisione, dichiara la sua ammirazione, direi il suo amore per queste pagine, in grado di suscitare, complice l’orchestra, una vera e propria sequela di metamorfosi nel gioco dei due violini.
A questo proposito, che dire dei due solisti ? Beyer e Carmignola non hanno ormai bisogno di commenti: sono due “mostri”, da mettere ai vertici dell’interpretazione della musica barocca. Nella loro esecuzione si ritrova il disegno vivaldiano di doppio concerto, come lo leggiamo nell’incisione che abbiamo tra le mani.
Detto questo, non posso che esprimere la mia ammirazione per questo CD, che invito tutti ad ascoltare con attenzione.
Angelo Formenti