Piero-Salvatori-Flyaway-copertina-Cd

PIERO SALVATORI

Flyaway

Piano & cello

Musica composta (eccettuate le tracce 12 e 13) arrangiata ed eseguita al pianoforte e al violoncello da Piero Salvatori

Sony Music 88985308192

Un disco solo di violoncello e pianoforte? No, affatto. Il nuovo progetto di Piero Salvatori è molto di più di ciò che recita il packaging del cd. È infatti un disco di composizioni originali ed inedite dalle venature pop, il che significa: effetti sonori, elettronica e, talvolta, anche percussioni. Il primo brano, Hyde e Lenny, per esempio, è un accattivante intro di pianoforte solo che poi sviluppa strumentalmente come un vero pezzo pop. Flyaway, il brano che dà il titolo all’album, è un bel pezzo strumentale ricco di suggestioni quasi etniche (soprattutto per il modo singolare in cui viene usato il violoncello), su cui si innestano sonorità che ricordano l’Oriente. Palpabile è il riferimento alla libertà dell’aria e del volo, grazie a speciali effetti sonori che richiamano, appunto, il battito del vento sulle vele. Anche Il vento soffia sui pini e il successivo DNA sono raffinate elaborazioni che prevedono un tappeto sonoro elettronico su cui si stagliano evocative figurazione violoncellistiche. Open, Infinity e Promenades, invece, sono brani che, per certi versi, possono richiamare qualche prova solistica di Chick Corea. In genere, dunque, tutto l’album scorre così: tra melodie pittoriche, crossover e atmosfere altamente suggestive; molto adatte, sembrerebbe, anche all’accompagnamento di immagini. Il violoncello, in particolare, è utilizzato in maniera non convenzionato e esplorato alla ricerca di sonorità inedite. In ambito classico si segnalano le reinterpretazioni di due grandi classici del violoncello: “Il cigno” di Camille Saint-Saëns e il “Preludio” dalla Suite n. 1 in Sol Maggiore, BWV 1007 per violoncello solo di Bach, intelligentemente riproposti in chiave moderna, ossia arricchiti di interpolazioni elettroniche e effetti sonori. Insomma, giustamente Salvatori non si è limitato a suonare i celebri pezzi (per questo esistono i grandi solisti classici), ma ne ha dato una sua personale rilettura. Un disco difficile da classificare, un’operazione nuova e coraggiosa che si colloca al limitare di vari generi musicali.

Fabrizio Carpine