Giochino Rossini
“Il Viaggio a Reims“
Naxos 8.660382-84
Corinna: Laura Giordano, soprano
Marchesa Melibea: Marianna Pizzolato, contralto
Contessa di Folleville: Sofia Mchedlishvili, soprano
Madama Cortese: Alessandra Marianelli, soprano
Cavalier Belfiore: Bogdan Mihai, tenore
Conte di Libenskof: Maxin Mironov, tenore
Lord Sydney: Mirco Palazzi, basso
Don Profondo: Bruno De Simone, basso
Barone di Trombonok: Bruno Praticò, basso
Don Alvaro: Gezim Myshketa, basso
Camerata Back Choir, Poznan
Maestro del Coro, Ania Michalak
Virtuosi Brunensis
Antonino Fogliani, direzione
Questa “Cantata” fu eseguita per la prima volta il 19 giugno 1825 specificamente composta in occasione dell’incoronazione del nuovo re di Francia Carlo X. Dopo solo quattro rappresentazioni, pur di grande successo, Rossini ritirò la partitura e la fece ricomparire in gran parte tre anni dopo nel ben più famoso “Comte Ory”. La cantata aveva un soggetto valido solo per il momento e ben presto il celebrare un sovrano reazionario come Carlo X avrebbe avuto ben poco senso anche ai tempi di Rossini. Si tratta infatti di una farsa in cui un gruppo molto vario di nobili, riuniti in una locanda di Plombieres, cerca vanamente di trovare carrozza a cavalli per recarsi a Reims all’incoronazione reale; di conseguenza decidono di improvvisare una festa per l’occasione, celebrando così a modo loro l’evento con una sequenza di inni e arie ciascuna caratterizzata a seconda della nazione di appartenenza di ognuno.
La cantata venne ripresa nel 1984 da Claudio Abbado a Pesaro con un cast stellare e nuovamente alla Scala nel 1992, con la regia di Ronconi. Malgrado la difficoltà di rappresentazione e la necessità di un numero elevato di cantanti rossiniani di valore, la cantata da allora è comparsa con grande successo in vari teatri del mondo.
L’edizione qui registrata è stata eseguita nel luglio del 2014 all’interno del XXVI Festival “Rossini in Wildbad” e costituisce la prima rappresentazione mondiale con la riapertura di tutti i tagli effettuati nelle precedenti edizioni (da notare soprattutto gli allungamenti delle due arie di Corinna e l’aggiunta del coro “L’allegria è un sommo bene”).
L’ottima direzione di Fogliani, un esperto in belcanto, è vivace e trascinante e l’orchestra e il coro lo seguono benissimo. Il cast, con molti giovani e qualche più esperta gloria come il basso Praticò, è altrettanto valente, con belle voci, solida tecnica (soprattutto per il canto molto fiorito e i sopracuti). Ottimi i due tenori, sicuri, squillanti e agili (rispetto a Mironov ce lo si aspettava, ma anche Mihai è stato all’altezza); altrettanto si può dire per le voci femminili, molto bene la Pizzolato e anche tutti i soprani, anche se forse per la contessa di Folleville una voce un po’ più matura sarebbe stata più adatta al ruolo.
Davide Dettore