BEZUIDENHOUT K 413

W. A. Mozart

PIANO CONCERTOS  K413, 414, 415

Kristian Bezuidenhout, fortepiano

Freiburger Barockorchester

Harmonia Mundi  HMC 902218

Qualche mese fa recensimmo con molto piacere i volumi 8 e 9 della produzione mozartiana per tastiera registrati col fortepiano da Kristian Bezuidenhout per l’etichetta Harmonia Mundi USA.  Oggi torniamo a Mozart e al fortepiano di Bezuidenhout con una nuova incisione che ci propone, supportata dalla Freiburger Barockorchester, i Concerti K 413, 414 e 415.

Bisogna risalire al gennaio 1783, con l’annuncio sul Wiener Zeitung della pubblicazione di questi tre nuovi concerti che prevedono la possibilità di una esecuzione con la partecipazione anche di  un solo quartetto d’archi, piuttosto della grande orchestra con la sezione dei fiati al completo.  A questo proposito, Mozart ne dà notizia a suo padre in una lettera del 28 dicembre 1782, sottolineando come questa evenienza possa fungere da volano per attirare una platea di fruitori ancora più vasta, tenuto anche conto della loro brillante gradevolezza all’ascolto e della loro caratteristica esecutiva, ne’ troppo facile, ne’ troppo difficile.   Viene cioe’ favorita anche un’esecuzione domestica, con due violini, viola e violoncello a supporto del pianoforte.

Oggi si direbbe pura manovra di “marketing”, che lo scaltro Amade’ non disdegna.

Marketing o non marketing, oggi resta l’assoluta qualità di questi concerti, che tuttavia, inizialmente non raccolsero il successo sperato da Mozart, che li propose anche, senza risultato,  ad un editore parigino. Finalmente, nel 1784/85, vennero stampati a Vienna, dove conobbero presto un grande successo commerciale.

Come diceva Mozart, caratteristica di questi concerti e’ quella di “essere graditi a pubblico ed esecutori senza che questi nemmeno sappiano perché”. E l’osservazione è valida anche ai giorni nostri.

Il primo ad essere composto, nell’autunno 1782, fu il K 414 in la magg.,  caratterizzato da un primo movimento lirico e pensoso, il cui tema principale è presentato dai soli archi.  Importante e’ il tema del secondo movimento, aperta citazione dell’Ouverture  a “La calamita’ dei cuori”, dell’amico Johann Christian Bach, deceduto proprio all’inizio del 1782.  Il terzo movimento, come negli altri due concerti, e’ costituito da un rondò che tuttavia Mozart dimostra di saper trattare in modo assolutamente differente nei tre casi.

Il Concerto K 413 in fa maggiore., composto nell’inverno del 1782, presenta un peculiarità: sia il primo che il terzo ed ultimo movimento sono scritti utilizzando la misura ternaria dei ¾.

L’ultimo Concerto, il K 415, ci dimostra a quale livello di maestria fosse giunto Mozart nel mischiare,  omogeneizzare le competenze tecniche con gli effetti drammatici. La prima esecuzione, nel 1783, alla presenza dell’Imperatore, fu un grande successo e permise a Mozart di scriverne a suo padre con grande soddisfazione e orgoglio, soprattutto per gli applausi del monarca.

Resta da dire qualcosa sulla qualità interpretativa di Bezuidenhout, che confermandosi come il miglior fortepianista contemporaneo, ancora una volta ci fa apprezzare, accanto ad una tecnica magistrale, la sorprendente capacità di farsi tutt’uno col suo strumento, assecondandone appieno le potenzialità musicali.

Angelo Formenti