TEATRO ALLA SCALA

VENERDÌ 30 NOVEMBRE 2018

T. Currentzis,

MusicAeterna

Orchestra dell’Opera di Perm

3 stelle

Dopo l’invito all’interno della Stagione della Filarmonica della Scala 2017/18 torna al Piermarini Teodor Currentzis con MusicAeterna e l’Orchestra dell’Opera di Perm. Tante discussioni erano scaturite da quell’esecuzione, osannata dal pubblico e da certa critica, e stroncata da altra. Personalmente, da abbonato alla stagione della Filarmonica, avevo ascoltato con grande curiosità quel concerto rimanendone ampiamente deluso e per certi aspetti quasi innervosito. Molte furono le scelte arbitrarie di Currentzis: tempi velocissimi che riducevano l’esecuzione ad una mera corsa a chi finisce prima (esemplare fu la scelta di suonare l’Ouverture de Le nozze di Figaro dopo il terzo concerto per fortepiano di Beethoven e di bissarla a velocità folle prima dell’intervallo), usare tutti strumenti antichi con una massa d’archi, nella settima sinfonia di Beethoven, assolutamente non equilibrata rispetto ai fiati che venivano continuamente coperti. Senza entrare troppo nei dettagli del concerto precedente mi sono presentato venerdì 30 ottobre al Teatro alla Scala per questo concerto fuori abbonamento: in programma tutto Mahler con undici dei quindici Lieder dal “Des Knaben Wunderhorn” (Il corno meraviglioso del Fanciullo) e la Quarta Sinfonia. Solisti nella prima parte il mezzosoprano irlandese Paula Murrihy e il baritono austriaco Florian Boesch, mentre nella seconda il soprano di Trinidad e Tobago Jeanine De Bique. 

k65a7531-kurc-u3070703209174ec-1224x916corriere-web-sezioni-593x443La prima anomalia, inaspettata da un Currentzis e da MusicAeterna che fanno dell’attenzione filologica tout-court la loro bandiera, è il fatto che il ciclo Liederistico mahleriano sia stato affidato a una voce maschile e ad una femminile, cosa ora piuttosto normale anche se Mahler scrisse in una lettera del 1903 al direttore Nicodé che tutti i suoi Lieder di questo ciclo erano per un registro vocale maschile. La selezione di Currentzis ricade sui seguenti Lieder: Der Schildwache Nachtlied (Canto notturno della sentinella), Rheinlegendchen (Piccola leggenda renana), Des Antonius zu Padua Fischpredigt (Sant’Antonio da Padova predica ai pesci), Verlor’ne Müh’ (Fatica sprecata), Lied des Verfolgten im Turm (Canto del prigioniero nella torre), Wer hat dies Liedlein erdacht? (Chi ha inventato questo piccolo canto?), Wo die schönen Trompeten blasen (Dove suonano le belle trombe), Lob des hohen Verstandes (Lode all’alto intelletto), Der Tamboursg’sell (Il tamburino), Das irdische Leben (La vita terrena), Revelge (Sveglia). A tempo di marcia comincia quindi il concerto con il primo Lied affidato alla voce di Florian Boesch che si alternerà con il mezzosoprano per tutto il ciclo mahleriano. Currentzis si trova decisamente a suo agio con questo tipo di repertorio rispetto a Beethoven e Mozart: l’elasticità della scrittura mahleriana, i rubati, le oscillazioni di tempo gli lasciano più libertà interpretativa e l’orchestra lo segue alla perfezione, incollata al suo gesto eccentrico, ma efficace. Le dinamiche sono molto ben curate soprattutto nei piani e nei pianissimi, mentre nel forte e nel fortissimo l’orchestra risponde spesso con un suono non troppo curato negli ottoni, ad eccezione della straordinaria prima tromba, e soprattutto nei legni che a tratti presentano anche un’intonazione precaria. Eccellenti le prove dei due solisti: Boesch è ormai unanimamente ritenuto un eccellente liederista presente sui palcoscenici di tutto il mondo e la sua performance vocale è stata di ottimo livello nonostante la voce sia un po’ piccola: bel colore, emissione corretta e un eccellente controllo. Una parola va spesa per il mezzosoprano Paula Murrihy che personalmente non conoscevo e che è stata una piacevole sorpresa: vocalmente perfetta, molto musicale, chiarissima nella dizione e con ottima proiezione vocale, aspetto da non trascurare in una sala non proprio felice come quella del Teatro alla Scala. Dopo l’intervallo giunge il momento per l’attesissima Sinfonia n.4 che reca il sottotitolo “Das himmlische Leben” (La vita celeste). Sul palcoscenico nel frattempo sono sparite le sedie di tutta l’orchestra ad eccezione di quelle dei violoncelli che giocoforza devono suonare seduti. Sinceramente non colgo il senso di una scelta simile: le orchestre ai tempi di Mahler non suonavano in piedi e se si vuole suonare in questo modo, liberissimi di farlo, non capisco perché farlo solamente nella seconda parte tanto più che in entrambe le parti del concerto sono previsti dei solisti. L’ambientazione campestre del primo movimento “Bedächtig, nicht eilen, recht gemächlich” (Riflessivo, non affrettato, abbastanza comodo) viene rispettata, anche se rimane qualche perplessità sul suono dell’orchestra manifestata già nella prima parte. MusicAeterna è una realtà dove i suoi musicisti vivono a stretto contatto tra loro e con intensissimi e lunghissimi periodi di prova: ci si aspetterebbe quindi un’orchestra con un suono definito e personale cosa che, se negli archi si nota almeno una grande compattezza anche se non sempre uniformità (qualche volta il primo violino si discosta per fraseggio, dinamiche e volume sonoro), non c’è nei fiati. I legni sono spesso slegati, con un suono quasi dozzinale, mentre la situazione degli ottoni è leggermente migliore soprattutto per merito della strepitosa tromba di Jeroen Berwaerts. Tornando alla sinfonia il susseguirsi di temi, episodi, idee è molto ricco e la lettura di Currentzis sembra più estemporanea che approfondita procedendo senza disegnare una campata unica dall’inizio alla fine del movimento: a dimostrazione di ciò prima della ripresa il direttore greco si fa prendere la mano su un crescendo, che è sì la climax del movimento ma certamente non quello dell’intera sinfonia, raggiungendo sonorità troppo forti e con percussioni veramente spinte al limite del rumore. Il secondo tempo, “Im gemächlicher Bewegung” (Con movimento tranquillo, senza fretta) funge da Scherzo e ha una scrittura concertante: il corno e il violino di spalla, che suona due strumenti diversi di cui uno accordato un tono sopra rispetto all’orchestra, sono protagonisti del discorso musicale. La direzione di Currentzis è qui curata e l’esecuzione dei due musicisti e in particolare della spalla è veramente eccellente. Segue il cuore di tutta la sinfonia: il lungo movimento lento “Ruhevoll” (Calmo), della durata di quasi venti minuti. La lettura di Currentzis è piuttosto statica ma molto curata. Giunti al punto culminante dell’intera sinfonia, quando si ha l’impennata degli archi e il pizzicato dei contrabbassi che a inizio movimento accompagnava il primo tema assurge a tema lui stesso affidato e scandito dai timpani e affiancato da una splendida e luminosa fanfara di ottoni, lì ci si accorge che qualcosa non sta andando per il verso giusto: le percussioni sono troppo forti e sgraziate, coprono il resto dell’orchestra rovinando la trasfigurazione che sta avvenendo proprio in quel momento dove Mahler conduce l’ascoltatore dalla solidità materica di quei colpi di timpano alla soprannaturalità del tempo conclusivo: “Sehr behaglich ‘Das himmlische Leben’” (Molto comodamente “La vita celeste”). Qui Mahler introduce la voce femminile: la scelta del soprano Jeanine De Bique è decisamente azzeccata: la voce è molto delicata e quasi debole in certi momenti, ma perfetta per restituire i pianissimi scritti in partitura. Currentzis dal canto suo è attentissimo a non coprire la voce con il suono dell’orchestra. Dopo il sussurato finale e qualche istante di silenzio il teatro esplode in un’ovazione. MusicAeterna e il suo direttore concedono un rutilante e virtuosistico bis del compositore serbo contemporaneo Marko Nikodijevic. Alcune persone tra il pubblico rimangono un po’ sconcertate e parlano di Currentzis come di un provocatore dicendo che altri direttori con una simile scelta dopo la Quarta di Mahler sarebbero stati subissati di fischi. Nonostante questi pareri la sala tributa dopo il bis una seconda ovazione a MusicAeterna e al suo direttore e fondatore: un provocatore? Ai posteri l’ardua sentenza.

Luca Di Giulio