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AA.VV.

Debussy Circle

Roberto Piana, pianoforte

Da Vinci Classics

5 stelle

Presentare un compositore nel contesto dei suoi contemporanei, per un confronto fra la sua opera e l’ambiente, le atmosfere, il periodo storico nei quali il compositore visse, scrisse e suonò la sua musica. A raccontarla così sembra una cosa consueta. Ma non lo è affatto. E proprio a Roberto Piana (docente di Pianoforte presso il Conservatorio di Sassarsi) si deve la “nascita” di questo nuovo tipo di recital pianistico. Abbiamo ancora bene in mente il suo “Chopin circle”, progetto discografico per Editoriale Documenta (2010) e poi il successivo “Liszt Circle” per la stessa etichetta (2011). A questi si viene ad aggiungere ora, in occasione del centenario di Debussy, il nuovo “Debussy circle”, proposto dall’etichetta da Vinci Classics. I presupposti non cambiano: anche in questo caso il compositore oggetto del titolo si omaggia attraverso non tanto la sua musica (comunque ben presente) ma attraverso la musica dei suoi contemporanei e/o di quei compositori che vissero e composero durante gli anni del grande compositore francese. Il CD rappresenta davvero una preziosa occasione per conoscere meglio il contesto musicale con il quale Debussy si confrontò, restandone influenzato ma influenzando, a sua volta, e non poco l’ambiente musicale. Un programma sfizioso, originale, tutto da scoprire quello che confeziona Piana per l’appassionato. Se alcuni nomi sono certamente noti al piu’ vasto pubblico – pensiamo a Chausson, Ravel, Chabrier, Tchaikovsky – altri lo sono certamente meno, (per non definirli illustri sconosciuti), almeno alle nostre latitudini. E’ il caso di Ernest Guiraud (1837 – 1892), Antonie-Francois Marmontel (1816-1898), Luis Diémer (1843-1919), Théodore Dubois (1837-1924), August Durand (1830-1909), Cyrill Scott (1879-1970). Come si vede dalle date, alcuni di questi sono contemporanei di Debussy, altri invece no. Ma non siamo qui a chiederci: “chi ha influenzato chi?”. Non è certamente questo lo scopo di Piana, che invece vuole mostrare, in fondo, come il pianoforte abbia rappresentato (ieri come oggi, del resto) lo strumento privilegiato per nuove e ardite sperimentazioni. Come accade proprio in Debussy e nei 4 brani che Piana ci propone all’ascolto: “danse bohémienne”, “Ballade”, “Prélude n.3 La puerta del vino” e 2l’isle joyeuse”. Uno degli omaggi forse piu’ riusciti di questo anniversario.

Gabriele Formenti

3 DOMANDE A ROBERTO PIANA

1 Questo cd non è il primo che ha dedicato a un grande compositore in rapporto ai suoi contemporanei. Lei è noto oggi per i suoi “Circle”. Com’è nata questa idea?

L’idea è nata nel 2010. In occasione dei duecento anni dalla nascita di Chopin, realizzai un cd per la Editoriale Documenta dal titolo “Chopin Circle”. Questa formula mi permetteva di celebrare una figura universalmente nota ma nel contempo presentare compositori o composizioni di raro ascolto, o addirittura sconosciute. Un modo, diciamo, ingegnoso per accostarsi a compositori di valore ma che, per arcani meccanismi della storia, o per semplice pigrizia dell’uomo, sono rimasti nell’ombra. La formula si è rivelata vincente ed è stata adottata l’anno seguente per il cd “Liszt Circle”. Anche in quella occasione, accanto al celebre nome del compositore ungherese accostai quello di compositori poco frequentati come il nostro Giovanni Sgambati o Eugen d’Albert, Conrad Ansorge, Hans von Bülow, Sophie Menter. Pagine curiose, a volte affascinanti ma assenti dai comuni programmi da concerto. Sorprenderà sapere che a distanza di oltre cento anni dalla data di creazione di molti lavori, nel 2011, la mia costituiva una prima incisione assoluta.

2 Il suo nuovo CD è un omaggio a Debussy in occasione dell’anniversario, ma va ben oltre. Come ha scelto il programma?

Anche per l’omaggio a Debussy, che ha coinciso con il mio debutto per la Da Vinci, ho mantenuto la stessa impostazione. In realtà non è mai esistito nessun circolo debussiano. E ad onor del vero, dobbiamo dire che Debussy ebbe non poche difficoltà nelle relazioni con le persone. “La mia grande selvatichezza mi ha procurato pochi amici” diceva. Tra i pochi amici però si potevano annoverare personaggi molto interessanti. Il mio disco ne propone alcuni come Satie, Chausson, ma anche Ravel e altri, fino a al compositore inglese Cyril Scott. Una figura singolare, fu compositore, poeta, scrittore, studioso delle religioni esoteriche che scrisse del suo incontro col compositore francese nel volume Una vita ben spesa. Ho scelto anche composizioni di alcuni dei suoi maestri come Marmontel, Guiraud e ho voluto inserire un lavoro di Čajkovskij che non faceva certo parte del suo entourage ma che fu uno dei primi grandi compositori a visionare e valutare (non proprio positivamente) uno dei suoi lavori giovanili. Il disco si conclude con un gruppo di composizioni dello stesso Debussy, tra cui la poco eseguita Danse bohémienne, la meravigliosa Ballade e l’Isle joyeuse.

3 C’è un altro autore che le piacerebbe studiare e a cui dedicherebbe un nuovo “circolo” in un prossimo progetto?

Certamente, ne avrei parecchi attorno ai quali creare nuovi “circoli”, per esempio Bach e Beethoven offrirebbero un vasto repertorio ma sarebbero interessanti da affrontare anche Schumann, Scriabin, gli italiani Busoni e Casella. Alcuni colleghi compositori hanno proposto di creare alcuni cicli di variazioni su miei temi e intitolare il lavoro “Piana Circle”. Sinceramente mi pare un po’ troppo! (ride).