Nicola Porpora
Opera Arias
Max Emanuel Cencic
Armonia Atenea
George Petrou
Devo confessare subito di essere di parte , nel valutare questo nuovo album di Max Emanuel Cencic, per due ragioni fondamentali, adoro Nicola Porpora come compositore ed ho sempre seguito Max Cencic sin dalle sue prime prove di mezzosoprano maschile o controtenore, (lo ascoltai nel 2002 e 2003 al Festival Barocco di Viterbo ), termine che ho sempre trovato troppo poco attinente alla tessitura di questi cantanti che ci hanno restituito, almeno in parte, purtroppo la Storia non può riportarci indietro nel tempo, la speciale vocalità dei musici, o cantori castrati. In una intervista del dicembre del 2013 pubblicata sul sito La Sala del Cembalo, Max ripercorreva con me la sua lunga strada che, fin dai nove anni nei Sangerknabe di Vienna ,lo aveva portato a fondare nel 1999, poco più che ventenne, la Parnassus Productions con l’uscita di album già allora di particolare interesse come le Cantate inedite di Caldara e Domenico Scarlatti, dimostrando di volere indagare tutti gli aspetti allora ancora poco noti degli autori barocchi, soprattutto di Scuola Napoletana del Settecento, che all’epoca era poco più che una leggenda. Certo conoscevamo i nomi e l’importanza di autori come Alessandro e Domenico Scarlatti, di Pergolesi, di Porpora, di Vinci, di Hasse, ma era ancora tutto o quasi ancora negli studi dei musicologi, se si esclude l’enorme successo dello Stabat Mater di Pergolesi. Quasi nulla di registrato, soprattutto l’enorme quantità di opere serie composte da questi autori non era mai stata incisa e meno che mai messa in scena a teatro. Dobbiamo sicuramente alla Parnassus e a Emanuel Max Cencic se molta di questa meravigliosa musica sta uscendo finalmente dagli archivi e biblioteche per approdare al nostro estasiato ascolto di barocchofili irriducibili . Dall’Artaserse di Vinci , con il suo enorme successo di pubblico, di vendite e di premi nel 2013, è stato un crescendo di continui exploix per Max Cencic sia nei recital che nelle esecuzioni di opere. E in gran parte dedicate alla Scuola Napoletana del primo Settecento . Max Cencic ha sempre avuto la grande intelligenza e acume di avvalersi da subito dei grandi protagonisti della nouvelle vogue di direttori ed ensemble musicali , come Riccardo Minasi, Diego Fasolis, George Petrou, che stavano offrendo una lettura completamente nuova, ricca di dinamiche e colori, al Barocco musicale settecentesco e allo stesso Handel, altro grande cavallo di battaglia della Parnassus Productions fin dai suoi primordi con il Faramondo diretto da Fasolis, l’Alessandro e l’Arminio diretto da Petrou e il Tamerlano diretto da Minasi, l’Ottone ( a cui dedicherò presto una lettura .) Dopo un album uscito nel 2015, dedicato alle Arie Napoletane con brani tratti da opere serie di Leonardo Vinci , Leonardo Leo, Giovanbattista Pergolesi, Alessandro Scarlatti, e quasi in contemporanea con l’uscita del Germanico in Germania di Nicola Porpora, all’esame del quale dedicherò ampio spazio in una successiva recensione, Max Cencic ci offre un album completamente dedicato al grande compositore napoletano Nicola Porpora , giustamente definito Maestro di Canto oltre che di composizione. Infatti Porpora non fu soltanto uno dei più grandi autori della Scuola Napoletana del Settecento, calcando i palcoscenici di tutta Europa , in particolare Londra, dove divenne l’antagonista di Handel, ma anche maestro di canto nel Conservatorio napoletano “Dei Poveri di Gesù Cristo “ ,con allievi del calibro di Farinelli e Caffarelli per i quali compose anche in funzione della loro straordinaria voce, opere, cantate, e serenate fin dai loro esordi. Il suo metodo di insegnamento basato sul potenziamento delle capacità respiratorie , sulla capacità di tenere su lunghe campate il fiato, particolarmente nelle messa di voce, l’estensione e la proiezione, i salti di timbro, i trilli, le gambe rapide, le numerose fioriture e flessibilità nell’emissione delle coloriture, il portamento, fecero dei suoi fortunati allievi , già di per se fortemente dotati, delle grandissime stars internazionali , e della sua musica un riferimento per tutti i compositori che lo seguirono. Nelle arie di bravura, vere funamboliche e stratosferiche escalation della ormai classica composizione A B A che presto divenne AA B AA, le voci potevano dispiegare tutta la loro capacità di ornamentazione anche nelle improvvisazioni , mentre nel lirismo delle arie patetiche o di sostenuto, la lunghezza delle campate di fiato rendeva il cantabile e il melodico una delle maggiori caratteristiche virtuose di questa musica, che fu amata e sostenuta anche da Jean Jacques Rousseau durante la famosa “Querelle de bouffons” che in Francia vide contrapposti i sostenitori dell’Armonia contro quelli della Melodia: al centro del contendere La Serva Padrona di Pergolesi.
Purtroppo però, solo da poco tempo si sta riconoscendo a Porpora che, dopo i grandi successi in Inghilterra, Sassonia, Roma, Venezia e Vienna, mori quasi sconosciuto e in miseria a Napoli, dopo aver attraversato quasi un secolo di storia musicale e intercettato il giovane Haydn che gli chiese dei suggerimenti ( data di morte presunta 1786) , la sua reale grandezza, e bene ha fatto e continuerà a fare la Parnassus Productions e Max Cencic a promuoverne il suo enorme valore attraverso queste incisioni dedicate al maestro napoletano Le arie incise nell’album sono tratte dalle più famose opere di Porpora, dalla splendida per le incredibili fioriture “Se tu la reggi al volo” dall’Ezio, al “Torbido intorno al core” dal Meride e Selinunte, dalla forza drammatica sorprendente , a forse la mia preferita “ Va per le vene il sangue” dal Trionfo di Camilla, a “ Se rea ti vuole il cielo” da Carlo il Carlo, in 14 arie viene illustrata tutta la Grammatica degli Affetti così essenziale nell’arte musicale barocca. Come sempre Max Cencic è impeccabile e generoso nel dispiegare tutte le emozioni che trasmettono, ancora oggi questi Affetti. Superbo nei virtuosismi nelle fioriture, lirico nei cantabili come in “ Ove l’erbetta tenera , e molle” dal Filandro, audace come lo fu Farinelli delle incomparabili difficoltà del marziale “Destrier, che all’armi usato, dove trombe e corni rivaleggiano con la voce in bravura.
Un altro album riuscitissimo che ancora una volta dimostra l’estrema affinità e coesione di Max Cencic a questo repertorio così difficile e una prova magnifica come sempre di George Petrou alla guida del suo eccezionale Ensemble Armonia Atenea.
Un album assolutamente da non farsi mancare. La musica napoletana del 1700 ha ancora tantissimo da dirci, ben vengano quindi nuove esecuzioni, come quella di questi giorni a Vienna del Gismondo re di Polonia di Leonardo Vinci, con un magnifico cast , Max Cencic nel ruolo del titolo , diretta da Martina Pastuszka alla guida della Orkiestra Hystoryczna. Sarebbe stato bello esserci, speriamo di poterla ascoltare presto, magari in una nuova uscita discografica.
Isabella Chiappara