In occasione dell’uscita del nuovo disco di Raffaele Trevisani (il primo per l’etichetta Tactus), incontriamo il celebre flautista milanese, qui alle prese con il repertorio barocco, in un’esecuzione storicamente informata, ancorchè realizzata con un flauto moderno.

Trevisani e la musica barocca: può raccontarci il suo rapporto con questo repertorio
Da quando ho iniziato a suonare il flauto alla tarda età di vent’anni ho sempre avuto un grande interesse e piacere nell’ascoltare e suonare la musica barocca, forse anche perchè in quel periodo, nella metà degli anni settanta , c’è stata  una grande riscoperta di questa musica con moltissime incisioni discografiche. Io ero affascinato da Rampal che suonava il barocco con un’eleganza e un fraseggio inimitabili… ma ricordo anche che ascoltavo Gazzelloni  nelle sue interpretazioni delle sonate di Benedetto Marcello e Vivaldi. Poi ovviamente ascoltavo Frans Bruggen, i Kuijken e Hans Martin Linde che passava con disinvoltura dal flauto a becco al traverso moderno anche per i concerti del settecento. Suonavo sempre Bach, Telemann, i concerti di Vivaldi e del settecento in generale …ero un vero e prorio fanatico del barocco. Questo amore per la musica di questo periodo non mi ha mai abbandonato e ancora adesso la suono con grandissima gioia.

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Questo è il suo primo CD per l’etichetta Tactus. Come nasce questa collaborazione?
Sì questo è il mio primo cd per questa prestigiosa etichetta discografica e ne sono molto felice. Questa collaborazione è nata per merito del maestro Natale Arnoldi che ha riscoperto questi concerti per flauto inediti e mi ha proposto di inciderli con l’Ensemble Baroque “Carlo Antonio Marino” con il quale già collaboravo da alcuni anni. Questo progetto discografico è iniziato tre anni fa..spero ci possa essere una continuità discografica sia con l’ensemble Baroque che con Tactus.
Per questo disco che tipo di studio ha fatto? Non siamo di fronte a una esecuzione filologica in senso stretto, ma si nota uno studio particolare sul suono e sul fraseggio…

In passato ho fatto molti concerti con i Solisti Veneti e ho inciso un altro cd con i concerti italiani del 700 con la Moscow Chamber Orchestra ma in questa incisione ho cercato di adattarmi come sonorità e fraseggio ad un gruppo più piccolo dove il dialogo è più cameristico.

E’ evidente che il mio non è un approccio filologico, ma è molto rispettoso dello stile, 
in generale credo di avere assimilato anche se a modo mio lo spirito della musica barocca e di suonarla in modo molto naturale e discorsivo.. spesso la musica stessa mi dice come vuole essere interpretata. 

Ci racconta qualcosa sul flauto utilizzato per questa nuova incisione?

Da questo punto di vista questa è un’incisione “ storica” infatti è la prima volta non solo che registro ma addirittura che suono un flauto in legno!powell-wfag-grenadilla-2-i26799-ktxjdlk-h1800-l1-n1

Devo dire che sono molto contento del risultato anche se a livello di suono penso che lo strumento in legno sia, al contrario del pensiero comune , molto meno morbido e flessibile di uno strumento in metallo prezioso come oro e argento, con meno possibilità di personalizzare il suono.. anche se penso di essere comunque riconoscibile nell’incisione.
lo strumento che utilizzato è un bellisimo Powell in legno, naturalmente con sistema Bohem, non saprei suonare su un flauto  barocco, che necessita veramente di uno studio approfondito e di una tecnica differente.
Gabriele Formenti