In occasione dell’uscita del nuovo disco “Exotica” per Digressione Music, contenente alcune prime registrazioni mondiali di musiche di Mario Castelnuovo-Tedesco, incontriamo il pianista Angelo Arciglione.
Come nasce il vostro interesse per la figura di Mario Castelnuovo-Tedesco?
Sono calabrese, ma vivo da 15 anni a Firenze, la patria di Mario Castelnuovo-Tedesco. Ho avuto modo di suonare più volte presso il Lyceum Club Internazionale di Firenze, prestigiosa sede legata in modo speciale al compositore: alle stagioni musicali del Lyceum, infatti, il giovane Castelnuovo-Tedesco spesso si esibiva in veste di pianista e presentava le sue opere. In occasione del mio ultimo concerto tenuto al Lyceum fiorentino nel 2016, conversando con la musicologa Eleonora Negri (presidente della sezione musicale del Lyceum), mi incuriosì la vicenda artistica e umana di questo compositore di origini ebree, costretto a lasciare la sua amata Toscana e ad emigrare negli Stati Uniti nel 1939, a causa delle leggi razziali promulgate dal regime fascista. La sua musica mi aveva da sempre affascinato per la sua impronta impressionistica, anche se lo conoscevo perlopiù come compositore per chitarra. Decisi allora di approfondire la conoscenza della sua opera, coinvolgendo anche la violinista Eleonora Turtur, con la quale avevo già da tempo avviato una collaborazione artistica che ci ha portati ad interessarci di pagine rare della musica del ‘900 (nel 2013 abbiamo vinto il 1° Premio al Concorso Internazionale di Musica Contemporanea “Mencherini” di Cagli).
(nella foto: Angelo Arciglione e Eleonora Turtur)
Un compositore oggi ricordato soprattutto per la sua produzione chitarristica… c’è una ragione per questo?
Eppure Castelnuovo-Tedesco era pianista! E la sua produzione vastissima comprende anche composizioni pianistiche, opere liriche, musica da camera, concerti per pianoforte, per violino e per violoncello. La sua musica veniva eseguita assiduamente dai suoi contemporanei: da Toscanini, dai pianisti Casella e Gieseking, dal violinista Heifetz e dal chitarrista Segovia. Fu proprio l’amicizia con quest’ultimo a stimolarlo, dagli anni Trenta, a scrivere per la chitarra. Dopo l’esilio negli Stati Uniti, la musica di Castelnuovo-Tedesco scomparve quasi del tutto dalle stagioni concertistiche europee; le uniche composizioni che comparivano nei cartelloni erano proprio quelle per chitarra, grazie ai concerti e alle registrazioni di Segovia che non smise mai di suonare la sua musica. La ragione di tutto ciò sta nel mutato clima culturale a cui Castelnuovo-Tedesco non volle piegarsi: lontano dalle avanguardie, egli rimase sempre fedele al suo stile, al linguaggio tradizionale e alla tonalità.
Veniamo al programma proposto nel vostro disco: tutte prime registrazioni mondiali…
Esatto! Capolavori inediti, alcuni dei quali probabilmente mai eseguiti, incredibilmente rimasti nel buio per decenni.
Che tipo di ricerca avete fatto sulla sua musica?
Grazie all’aiuto di Diana Castelnuovo-Tedesco, nipote del compositore che risiede negli Stati Uniti, sono riuscito ad avere l’accesso ai suoi manoscritti conservati presso la Library of Congress di Washington. Da lì è iniziato un lungo ed appassionante lavoro di ricerca e di studio durato due anni. Mi sono accorto che c’erano dei titoli di cui non compariva alcuna traccia nei programmi dei concerti e nelle incisioni discografiche: capolavori mai pubblicati! È stato faticoso ma nello stesso tempo emozionante leggere la sua musica scritta direttamente dalla sua penna.
Cosa ci puó dire su Stars: 4 Sketches? Mi pare di intuire si tratti di un vero e proprio omaggio al mondo del cinema…
Sì, infatti questa raccolta pianistica fu scritta all’inizio del soggiorno californiano, quando Castelnuovo-Tedesco trovò lavoro come compositore di colonne sonore per film alla Metro Goldwin Meyer. Si tratta di quattro ritratti di dive di Hollywood: un Andante appassionato alla Tchaikovsky per Greta Garbo; un capriccioso valzer brillante per Deanna Durbin; una pagina ammiccante al cabaret berlinese per Marlene Dietrich, con ritmi sensuali di rumba e tango e passaggi che imitano il fumo di sigaretta e il suono della tromba con sordina; infine una deliziosa canzonetta per la diva-bambina Shirley Temple.
Non meno interessanti sono i brani per violino e pianoforte…
Assolutamente. Exotica (A Rhapsody of the South Seas), scritto nel 1934 in Italia e revisionato in una seconda versione del 1943 a Beverly Hills, dà il titolo al disco, considerato metaforicamente come un brano crocevia in questo nostro viaggio musicale che percorre quasi tutta la vita del compositore, dai paesaggi dell’amata Toscana alle atmosfere esotiche della California. Sia Exotica che la suadente Serenatella sono dedicati al “God’s Fiddler”, il grande Jascha Heifetz, e questo già la dice lunga sulla scrittura virtuosistica del violino. Heifetz fu amico di Castelnuovo-Tedesco e lo aiutò nel suo trasferimento negli Stati Uniti; fu lui ad eseguire per la prima volta il celebre Concerto per violino I Profeti diretto da Toscanini. Mentre la capricciosa Humoresque è dedicata a Spivakovsky e utilizza lo stesso gioco alfabetico-musicale di Serenatella: entrambi i brani infatti fanno parte delle Greeting Cards, una serie di “cartoline” che il compositore scrisse per omaggiare i suoi amici costruendo il tema musicale sulle lettere del loro nome.
Insomma: possiamo dire che questo anniversario, più di altri, sta davvero portando un apporto significativo alla conoscenza del compositore? Si puó fare ancora di più? C’è altro da scoprire su Castelnuovo-Tedesco?
Fortunatamente stiamo assistendo ad una vera e propria renaissance della figura di Castelnuovo-Tedesco. Notevole il lavoro di pubblicazione delle sue composizioni inedite avviato dalle edizioni Curci a cura di Angelo Gilardino. Certamente c’è ancora tanto da fare. L’invito che rivolgo a tutti i musicisti italiani è quello di suonare e far rivivere la musica di questo grande compositore del ‘900 di cui noi italiani dobbiamo andar fieri. Sicuramente c’è altro da riscoprire, in particolare per quanto riguarda le liriche vocali.
Prossimi progetti?
Ci sono in cantiere altri progetti su Castelnuovo-Tedesco. A fine agosto dedicherò a lui la sesta edizione dei concerti del “Campus Musica Acri”, in Calabria, di cui sono direttore artistico. Mentre agli inizi di agosto sarò in Russia per eseguire i Concerti per pianoforte e orchestra di Giorgio Federico Ghedini (altro grande compositore italiano del ‘900), raramente eseguiti, con l’Orchestra Sinfonica Statale del Caucaso.
Gabriele Formenti