AMIATA PIANO FESTIVAL 14esima ed.
FORUM FONDAZIONE BERTARELLI
POGGIO AL SASSO
GIOVEDÌ 26 LUGLIO 2018
In un festival che nasce interamente per volere di un illuminato mecenate dei nostri tempi moderni non dovrebbe destare stupore che venga dato spazio ai più giovani. In quella che è ormai una straordinaria realtà, non solo della maremma toscana, sono infatti stati protagonisti 7 giovani (le “nuove stelle della classica”, come recitava il titolo del concerto – la più giovane, Giulia Rimonda, di anni 16), guidati con sapienza e maestria dalla violoncellista Silvia Chiesa (sotto nella foto), i quali hanno aperto “Euterpe”, il secondo ciclo della 14esima stagione dell’Amiata Piano Festival. Un festival davvero unico nel suo genere, anche per l’impostazione che lo contraddistingue, presentandosi in vari cicli, costituiti solitamente da 3 serate dove la musica si declina per generi: musica cameristica, per pianoforte, musica antica, musica jazz. In questo caso, il pianoforte non era presente (lo sarebbe stato nella seconda serata, alla quale purtroppo non abbiamo assistito, tutta all’insegna del piano-jazz), ma la formazione dell’ottetto per archi è stata al centro di un programma originale e affatto scontato. In programma Shostakovich, Respighi e Mendelssohn.
Di Shostakovich abbiamo ascoltato due brani per ottetto d’archi OP. 11: composizioni di elevata difficoltà tecnica che hanno subito messo gli interpreti di fronte a una partitura impegnativa. Questo è stata, forse, anche la parte più riuscita del programma. Fortissimo è stato infatti l’impatto di questa musica a tratti “fauve”, selvaggia, capace di stregare con il suo andamento mai uguale e con la sua armonia affascinante. Gli otto strumenti in continuo dialogo fra loro. Una prova davvero convincente per un autore che non si “mette in piedi” (come si dice in gergo concertistico), in poche prove. L’ensemble infatti, lo ricordiamo, non è stabile e i talentuosi strumentisti sono stati riuniti appositamente per dare vita a questo progetto. Ancora più ragguardevole dunque l’impresa, capace di mettere in difficoltà anche i più blasonati ensemble. A seguire, una rarità: come ha spiegato infatti la stessa Silvia Chiesa al pubblico, il doppio quarteto per archi in re minore P 27 di Respighi veniva eseguito in prima esecuzione assoluta in Italia (SIC!) e dunque ci apprestavamo all’ascolto con tanta curiosità e aspettativa. E siamo stati ben ripagati, da un autentico gioiello. Reminescenze di Schumann, Brahms, Mendelssohn, scorrevano nella composizione di Respighi, il tutto condito con un gusto tutto italiano per la cantabilità. Magnifico. Dopo un generoso intervallo – durante il quale gli organizzatori hanno offerto una degustazione delle tre tipologie di vino prodotte dal Castello Conte Massari: un rosato, un bianco e un rosso – è stata la volta di Mendelssohn. In chiusura di programma il brano forse più famoso scritto per questa formazione: l’Ottetto per archi op. 20. Un brano di grande complessità, lungo, difficile. Solo in quest’ultimo brano i giovani musicisti hanno mostrato qualche piccolo segno di cedimento, qualche istante di deconcentrazione, che non ha però pregiudicato l’ottimo risultato finale.
Davvero ottima la prova del primo violino, Ferdinando Trematore, classe 1994, che ha guidato i suoi giovani colleghi con piglio sicuro, da frequentatore consumato dei palcoscenici più importanti. Sempre preciso e convincente negli attacchi. Una guida fondamentale, assieme a Silvia Chiesa, per la riuscita della serata. Applausi scroscianti e tanti “Bravi, bravi”! da parte del pubblico assiepato nella meravigliosa cornice del Forum della Fondazione Bertarelli. Un luogo di puro incanto, dalla perfetta acustica, che sorge, come per magia, dalla terra vocata al grande vino e, da 14 anni a questa parte, anche alla grande musica classica.
Gabriele Formenti