PIETRO MARCHITELLI
Trio Sonatas
Ensemble Hortensia Virtuosa
Giovanni Rota, violino e direzione
Da Vinci Classics
È certamente un momento d’oro per il repertorio di scuola napoletana del XVII e XVIII secolo. Grazie anche alla ricerca musicologica che si è fatta pià agguerrita e capace, possiamo oggi riascoltare (in disco e in concerto) autori che solo fino a qualche anno fa erano totalmente sconosciuti. Come appunto è il caso di Pietro Marchitelli (1643 – 1729) il quale, grazie agli studi di Guido Olivieri, è oggi un indiscusso protagonista di quella che potremmo ben definire una “naple renaissance”. Olivieri, italiano ma residente negli USA da vari anni. è oggi considerato uno dei maggiori studiosi della scuola napoletana del periodo e non a caso firma, oltre alle voci sul Grove Dictionary, anche il presente libretto. Rimandando a questo per le vicende biografiche del Marchitelli (che in vita raggiunse un elevato rango sociale e un’agiatezza economica sconosciuta ad altri colleghi anche più illustri), ricordiamo che nel presente disco troviamo cinque composizioni conservate manoscritte presso il Conservatorio S. Pietro A Majella di Napoli e una composizione conservata invece a Milano presso il Fondo Noseda. Si tratta di composizioni di grande bellezza che rivelano un talento compositivo fuori dal comune. Di ispirazione corelliana (ma, come giustamente ha fatto ben notare Olivieri, alcune composizioni più che seguire il modello corelliano, sembrano anticiparlo – Corelli nasce dieci anni più tardi il Nostro), questa musica presenta un ottimo saggio per quanto riguarda il genere della Sonate a Tre, con due violini e basso continuo. Il progetto è reso ancora più interessante dal fatto che a proporre questa primizia discografica è un giovane gruppo, l’ensemble Hortensia Virtuosa, capitanato da Giovanni Rota, allievo di Enrico Gatti. Un disco di grande fascino che avrebbe forse beneficiato di una maggior cura in fase di presa del suono/editing per raggiungere le 5 stelle. Un esordio discografico di sicuro interesse. In attesa della prossima scoperta musicologica…
Gabriele Formenti