Giovedì 21 e sabato 23 dicembre 2017 – ore 20
Concerto di Natale
CORO E ORCHESTRA DEL TEATRO ALLA SCALA
Direttore GIOVANNI ANTONINI
Wolfgang Amadeus Mozart
Brenda Rae, soprano I – Roberta Invernizzi, soprano II
Francesco Demuro, tenore – Michele Pertusi, basso
Maestro del Coro Bruno Casoni
Il tradizionale appuntamento con il con concerto di Natale offerto dal Teatro alla Scala si è rinnovato anche in questo 2017, con una novità sostanziale: due concerti invece che uno solo. La prima serata, alla quale abbiamo assistito, giovedì 21 dicembre, e una seconda, Sabato 23. Per questo appuntamento (la cui idea va fatta risalire al tempo di Riccardo Muti, che a metà anni novanta volle fortemente dare vita a questa tradizione) è stato chiamato sul podio del Piermarini lo specialista Giovanni Antonini, che proprio recentemente ha vinto importanti premi discografici con il disco dedicato a Telemann (cd “Telemann”, Alpha), fra i quali il “Diapason d’or de l’année 2017“. Un”barocchista” diremmo noi oggi, anche se il termine ormai è non solo riduttivo ma fuori luogo per un musicista del suo calibro, che in questi ultimi 30 anni ha saputo non solamente cambiare il modo di eseguire la musica antica ma anche di approcciare il repertorio classico. Infatti, per questo programma tutto incentrato su Mozart, non a caso è stato chiamato proprio Antonini. L’appassionato certamente ricorda il progetto Haydn 2032, ossia l’incisione integrale delle sinfonie per orchestra di Haydn (sempre per l’etichetta Alpha). Con tutto questo classicismo nei polsi, effettivamente sarebbe stato difficile trovare un altro candidato più idoneo per dirigere Coro, Orchestra e Solisti, dando nel contempo una lettura storicamente informata, ancorchè priva dell’ausilio di strumenti storici.
Diciamo subito che le grandi aspettative non sono state deluse. Il programma era certamente di richiamo, con la grande Messa in Do minore Kv 427 a incorniciare un impaginato che pare essere stato costruito attentamento come un grande spettacolo teatrale. Ad aprire la serata infatti l’Ouverture orchestrale dall’Opera Lucio Silla e a seguire il mottetto per soprano e orchestra Exsultate Jubilate e, dopo un breve intervallo, uno dei maggiori esiti mozartiani per quanto riguarda la musica sacra. Per chi ricorda il bellissimo film di Milos Forman dedicato a Mozart (“Amadeus” – 1984), sembrava a tratti di rivedere in Antonini il personaggio di Mozart interpretato da Tom Hulce. Un folletto sul palco, a danzare assieme alla musica, con un gesto morbido e deciso (senza bacchetta e che meraviglia non vedere quasi dirigere i recitativi secchi!). Ci vuole una buona dose di tecnica per dominare queste partiture e, nella Messa in do minore, per controllare anche la possente massa corale. Antonini ha saputo controllare con sapienza le varie insidie di queste musiche, dando una delle sue tipiche letture, dove il più piccolo dettaglio può e deve avere un suo preciso significato. Nel mottetto Exsulatate Jubilate abbiamo apprezzato la voce dell’americana Brenda Rae. Eccellente tecnica vocale, forse poco potente ma in questo contesto sicuramente l’ideale voce per Antonini.
E poi la messa, bellissima, avveniristica, dove Mozart gioca con la forma e con la tradizione. Antonini ha saputo concertare al meglio questa partitura per evidenziare la modernità di una musica senza tempo. Non sono mancati momenti particolarmente intensi, come il Laudamus te, cantabile dal Gloria (una delle sezione più ampie della messa, che si compone di 7 numeri vocali) dove si è distinta in maniera eccellente la già citata Brenda Rae. Ma non possiamo non menzionare gli altri solisti vocali, il secondo soprano Roberta Invernizzi e le due voci maschili, il Tenore Francesco Demuro e il Basso Michele Pertusi (sacrificato notevolmente dalla partitura). E poi, ovviamente, Orchestra e Coro: una perfetta “macchina” sonora, oliata alla perfezione dal gesto di Antonini, che ha curato suono e articolazione (apprezzabile il vibrato contenuto negli archi e il fraseggio dei fiati). Un concerto dunque che conferma le straordinarie doti musicali di Giovanni Antonini e che lo proietta sui podi dei più importanti teatri del mondo (è già stato ospite della Philarmonie di Berlino), questa volta forse senza il suo amato flauto dolce ma anche, probabilmente, senza la tradizionale bacchetta.
Gabriele Formenti