L’orchestra sinfonica dei Milanesi
Milano, Teatro dal Verme, 12 ottobre 2017
apertura 73esima stagione concertistica
Non c’è dubbio che l’Orchestra dei Pomeriggi musicali rappresenti oggi una bella realtà in un panorama non facile come quello di Milano. dove l’offerta di musica classica di qualità non manca di certo. Ma questa storia, iniziata ormai nel lontano 1945, fa di questa compagine una delle più antiche della città, che trova nel Teatro dal Verme un luogo prestigioso (ancorchè non facile dal punto di vista acustico) e di grande fascino.
Giungiamo così alla 73esima edizione che porta anche quest’anno la firma di Maurizio Salerno quale direttore artistico. Una garanzia di qualità, visto quando bene Salerno ha fatto con la rassegna Milano Arte Musica e prima ancora, con la sua associazione, La Cappella Musicale, con le rassegne organistiche.
Creare una stagione sinfonica non è cosa facile e Salerno si è mostrato moderno e visionario direttore artistico, arricchendo, anno dopo anno, l’offerta sia dal punto di vista quantitativo – con i tradizionali due concerti settimanali, quello del giovedì sera e quello del sabato pomeriggio alle 17, più la prova “generale” aperta agli interessati nella mattinata di giovedì, a costi piuttosto contenuti rispetto a quelli del concerto – che qualitativo, spaziando fra i generi più diversi (non mancheranno in questa nuova stagione appuntamenti con la musica antica, ad esempio) e richiamando nel capoluogo lombardo alcune fra le più richieste star del panorama concertistico.
La serata d’inaugurazione si è dunque trasmormata in una grande festa partecipata, con teatro praticamente sold-out. L’occasione del resto era ghiotta: ascoltare uno dei massimi violinisti oggi in attività, il danese-israeliano Nikolaj Znaider, già transitato a Milano qualche mese fa con la Filarmonica della Scala in piazza Duomo. Al Teatro dal Verme Znaider ha portato un altro concerto impegnativo, quello di Sibelius.
Una pagina che guarda al passato, alla tradizione, senza tralasciare le istanze più moderne e folcloriche. Solista e Orchestra hanno mostrato un sodalizio artistico sorprendente, grazie anche all’istrionica direzione di George Pehlivanian, direttore americano, capace di infondere nell’orchestra milanese il giusto suono per affrontare questo repertorio. Soprattutto nella seconda parte, quando il programma presentava un vero e proprio “must”, pagina universalmente nota e amata: I Quadri di un’esposizione di Musorgskij, nell’orchestrazione realizzata da Ravel (la quale oggi ha superato per fama l’originale pianistico del compositore russo). Qui davvero l’orchestra si è superata. Fin dalle prime battute della tromba solista (un plauso a Sergio Casesi) si è capito che stavamo entrando in un mondo di possenti piani sonori. Tutto il comparto degli ottoni (Trombe, tromboni, tuba, corni) si è mostrato davvero all’altezza di questa immensa pagina.
Ma il momento più memorabile della serata l’ha regalato certamente Znaider, quando, alla fine dell’intervallo, si è presentato in platea ancora vestito da concerto, con il solo cravattino sfatto e una bottiglietta d’acqua in mano. Ha salutato il pubblico e si è comodamente seduto per assistere al capolavoro di Musorgskij. Un signore dell’archetto, non solo sul palco.
Gabriele Formenti
Foto credits: Cristopher Ghioldi