L. Van Beethoven
PIANO SONATA No 8 Op, 13 “Patetica”
No 13 Op. 27 “Quasi una fantasia”
No 24 Op. 81° “Les Adieux”
No 31 Op, 110
Takahiro Yoshikawa
Ypsilon. YIL 001
Ero ragazzo e dall’altoparlante, rigorosamente mono, del vecchio giradischi di mio zio uscivano le note dell’adagio cantabile della “Patetica”. Era un disco con l’etichetta Polydor, me lo ricordo ancora, mentre non ricordo più l’interprete.
Quello che non ho dimenticato e’ invece l’impressione che genero’ in me quella musica.
Nella mia mente di ragazzo quelle note risuonarono incredibilmente tristi, ma forse questo non è l’aggettivo adatto, si trattava piuttosto di una specie di melanconia irresistibile e sottile che oggi potrei avvicinare alla omonima incisione di Durer. Ecco, e’ proprio cosi, perché da allora, come adesso, quelle note hanno su di me il potere di rinnovare quella sensazione, come ora, che Takahiro Yoshikawa le sta suonando per me.
E’ indubbio che, tra le molte composizioni del gigante di Bonn, questa sia a buon diritto tra le best seller e best loved, pur in un universo di capolavori che in realta’ costituisce un tutt’uno: il suo universo umano e artistico.
Takahiro Yoshikawa ci offre qui una “monografia” delle Sonate beethoveniane, andando dalla produzione giovanile, alla piena maturità fino allo stile più tardo, coprendo un arco temporale che va dal 1799 al 1822.
La pulizia cristallina e la capacità di metabolizzare l’interiorita’ della musica fanno di questo esecutore uno dei migliori interpreti attuali di un Beethoven forse un po’ in disuso nelle sale da concerto, come osserva Marco Bizzarini nelle note introduttive.
Angelo Formenti