cd cover brilliant valentini

R.Valentini

P. G. G. Boni

COMPLETE MANDOLIN SONATAS

A. Schivazappa, mandolino barocco

F. A. Falcone, clavicembalo

Pizzicar galante Ensemble.

Brilliant Classics. 95257

Schermata 2016-11-02 alle 16.07.41

Ecco un CD,a mio sommesso parere, da non perdere. Dedicato a due musicisti di prima grandezza nel loro tempo e nel loro ambito, ancorche’ oggi misconosciuti e poco eseguiti; con interpreti dalla solida prassi esecutiva, oltre che dalla finissima cultura filologica. Cosa desiderare di più per chi ama questo strumento e il grande alveo della musica europea costituito dal periodo barocco? Peraltro, tutto il disco presenta delle particolarità stuzzicanti, a partire dagli autori. Troviamo dunque Robert Valentine, da una modesta famiglia di Leicester, nelle Midlands, che intorno ai vent’anni lascia gli affetti e la tranquilla e certamente monotona vita di provincia inglese per catapultarsi, probabilmente su consiglio del padre Thomas, a lungo musicista itinerante prima di mettere radici nelle Midlands, nel cuore della città eterna che proprio in quegli anni, a cavallo tra XVII e XVIII secolo, gode forse il periodo del suo maggior splendore e fermento culturale. Bisogna peraltro riconoscere come in quegli anni molti giovani di “belle speranze” artistiche e comunque culturali, intraprendessero il famoso “Grand Tour”, in giro per l’Europa, ma soprattutto in Italia, per conoscerne la cultura, la storia e le sue antiche vestigia, la gente, intesa non solo come elite politica e culturale, ma come popolo, anche il più minuto, con le sue storie, le sue tradizioni. E certamente Roma non poteva che essere protagonista, se non LA protagonista di questo Tour. Il nostro Valentine vi si tuffa in cerca di fortuna e di una posizione sociale, ben sostenuto, in questo, dal suo talento, che ne faceva un flautista, oboista e compositore più che discreto. Il risultato fu che presto si trovò con un nome nuovo, “Valentino” o addirittura “Roberto Valentini, inglese”, che gli e’ rimasto fino ad oggi. Si integro’ bene nei circoli musicali romani, al punto di entrare nell’orchestra di Palazzo Ruspoli, il che gli consentì di partecipare all’esecuzione, sotto la direzione di Corelli, della “Resurrezione” di Haendel. Valentini non torno’ più nelle Midlands e morì a Roma nel 1747, mentre i suoi lavori, pubblicati non solo nella sua città di adozione, ma anche ad Amsterdam, Parigi e Londra raggiunsero una buona popolarità nella prima metà del ‘700, al punto di essere ristampati completamente come “opera omnia” dall’editore Walsh nel 1730. L’impegno non fu da poco, dal momento che il nostro autore fu molto prolifico lasciando più di 180 opere, la maggior parte Sonate e triosonate per traversiere , flauto a becco, oboe e violino. Ma oltre a questi suoi cavalli di battaglia per violino o strumenti a fiato, Valentini lascio’ anche una unica raccolta, op. 12, di sonate ove e’ indicato come possibile solista il mandolino, in alternativa al flauto, al violino e all’oboe. E qui arriviamo al secondo autore protagonista di questo CD. Negli stessi anni veniva pubblicata a Roma una analoga raccolta di sonate che prevedono tra i Solisti anche il mandolino, a nome di Pietro Giuseppe Gaetano Boni (1725). A dispetto delle “copiose”generalità, si conosce tuttavia poco di lui. Nato probabilmente a Bologna, ne frequento’ probabilmente l’Accademia Filarmonica, prima di trasferirsi a Roma al servizio del Cardinale Ottoboni, non senza una preventiva raccomandazione di Arcangelo Corelli. Qui pubblico’ le sue prime opere (importante la prima, del ’17, per cello). A differenza di Valentini, non si fermò tuttavia a Roma e intorno al 1720 torno’ probabilmente a Bologna, dove altrettanto probabilmente mori’ intorno al 1750. Destini diversi ed anche carriere diverse, che tuttavia testimoniano, con la registrazione di questo CD, il primo esempio di due pubblicazioni a stampa espressamente dedicate al mandolino con un basso,continuo. Entrambe le raccolte mostrano l’influenza della scuola di Corelli, restando fedeli allo schema tradizionale della Sonata italiana del primo quarto del ‘700. Tuttavia, e il confronto e’ inevitabile, la musica di Valentini si dimostra più originale e innovativa, in grado di allontanarsi, senza balbettare, dall’idioma corelliano per proporre invece un proprio linguaggio espressivo che si avvicina agli autori italiani più tardi, primo fra tutti Vivaldi, ma anche Locatelli, con i quali condivide un approccio estetico diverso, che porterà allo Stile galante, ponendosi così un “passo avanti” rispetto allo stile ed al gusto correnti. Per concludere questa disamina, potrei solo dire che questo CD e’ molto importante per almeno due motivi. Innanzitutto coglie, come in una slow-motion, il momento in cui germinano un nuovo gusto, un nuovo stile, un nuovo linguaggio. E ce lo fa capire come sotto a un microscopio. Sta cambiando qualcosa, nella storia della musica, e noi ne siamo testimoni coscienti. Ma questa specie di “epifania” ha bisogno di un laboratorio e di strumenti adatti, nel nostro caso gli esecutori, Anna Schivazappa e Fabio Antonio Falcone con l’ensemble Pizzicar Galante, magistrali e sensibilissimi interpreti di questo snodo nella storia della musica.

Angelo Formenti