Arnold & Hugo De Lantins
Secular Works
Le miroir de musique
Baptiste Romain
Ricercar RIC365
La splendida raccolta dei brani profani di Arnold e Hugo de Lantins, proposta dai Le Miroir de Musique e da Baptiste Romain per l’ etichetta Ricercare, ci porta a percorrere più e diverse strade.
Quelle di terra e sassi che calpestarono i due de Lantins, sacerdoti, cantori e compositori partiti entrambi dalla diocesi di Liegi per raggiungere l’Italia, tra le mete preferite di altri loro colleghi della scuola franco-fiamminga. Ai primi del ‘400 vi troviamo infatti anche i più celebri Johannes Ciconia e Guillaume Dufay, con cui i de Lantins ebbero a che spartire – manoscritti alla mano – sia per il repertorio sacro che per il profano.
I due, di cui invano è stato ricercato il grado di parentela, si mossero di buona lena tra le città dello stivale: Venezia, Rimini, Pesaro, Bari, con una certa predilezione per quelle dove erano presenti importanti corti nobiliari; poi ovviamente Roma, tappa immancabile per i sacerdoti e dove Arnold fu cantore nella cappella musicale pontificia. Benché poco si sappia della vita di entrambi, durante i loro spostamenti lasciarono tracce musicali indelebili (qualche raro scritto completo) facendosi molto apprezzare dai loro contemporanei musicisti e non.
Il periodo vissuto dai de Lantins fu indubbiamente gravido di eventi e di grandi cambiamenti storico/culturali, ai quali i due sacerdoti di Liegi pare reagissero con una certa autonomia. Sulle basi musicalmente solide dell’epoca – scrittura prevalentemente a tre voci e floridità melodica – si possono comunque percepire echi di nuovi percorsi compositivi. In Hugo più che in Arnold è presente il pionieristico uso della quarta voce, che nei secoli a venire diverrà la scrittura prevalente.
Interessante ed esaustiva la puntuale descrizione nel libretto allegato a firma David Fallow, che ci fa apprezzare anche per l’impressionante lavoro di ricerca sulle fonti manoscritte; per non parlare degli arrangiamenti strumentali realizzati dai Mirar non posso.
Quello che però più colpisce all’ascolto di questa raccolta è che, grazie alla maestria dei musicisti che snocciolano con estrema naturalezza ogni sezione, vocale e strumentale, ci ritroviamo a viaggiare nei tre domini fondamentali della percezione e della conoscenza. E’ una strada senza tempo quella su cui ci accompagnano amabilmente Le Miroir de Musique e Baptiste Romain . Un’epoca che solo sulla carta è fisicamente lontana e che in questa registrazione vive di bellezza assoluta.
Susanna Migli