Georges Bizet
“Carmen“
DVD Unitel Classica 750208
Carmen, Béatrice Uria-Monzon, mezzosoprano
Don José, Roberto Alagna, tenore
Micaëla, Marina Poplavskaya, soprano
Escamillo, Erwin Schrott, baritono
Frasquita, Eliana Bayon, soprano
Mercédès, Itxaro Mentxaka, mezzosoprano
Le Dancaïre, Marc Canturri, tenore
Le Remendado, Francisco Vas, tenore
Moralès, Alex Sanmarti, baritono
Zuniga, Josep Ribot, basso
Lillas Pastia, Abdel Aziz El Mountassir, ruolo parlato
Cor Vivaldi – Petit Cantors de Catalunya
Maestro del Coro, Oscar Boada
Orchestra sinfonica e Coro del Gran Teatre del Liceo
Marc Piollet, direttore
Quella che è forse la più famosa opera francese al mondo ha avuto la sua prima il 3 marzo 1975 all’Opéra Comique di Parigi, accolta tanto male dalla critica francese da provocare in tre mesi due attacchi di cuore a Bizet e la conseguente morte; se fosse sopravvissuto ancora qualche mese avrebbe visto il trionfo a Vienna della sua opera. La notissima trama narra dell’amore fra il soldato José, promesso sposo a Micaëla, e la zingara Carmen, che lo induce a lasciare la fidanzata e a disertare dall’esercito per lei, per poi tradirlo in favore del torero Escamillo e scegliere alla fine di lasciarsi uccidere da José pur di dimostrare la propria libertà di vita.
L’edizione che vediamo nel DVD deriva da una rappresentazione al Gran Teatre del Liceu di Barcellona, sotto la regia di Calixto Bieito, che porta la scena negli Anni Settanta del Novecento in una Spagna povera e autoritaria negli ultimi anni della dittatura di Franco. Il regista, notoriamente trasgressivo e scandaloso, si contiene in questa edizione, pur creando scene di rovente passione, in cui i protagonisti lo seguono dal punto di vista interpretativo molto bene.
Il mezzosoprano Uria-Monzon non possiede una voce particolarmente bella, ma la usa molto bene, è ammiccante e seduttiva quando è necessario e ha una serie di finezze interpretative davvero notevole, probabilmente grazie all’attenta regia. Anche il tenore Alagna, un po’ freddo all’inizio, poi si riscalda, mostra la sua bella voce e le sue capacità piene, soprattutto nell’aria del fiore e nel finale. La Micaëla del soprano Poplavskaya è vocalmente piuttosto discutibile, soprattutto nel registro acuto, ma interessante dal punto di vista interpretativo: la sua è una Micaëla decisa e risoluta, con una personalità ben più forte di quella cui siamo abituati ad assistere. Il baritono Schrott come Escamillo è molto valido sulla scena e canta in modo vario e con notevoli sfumature e morbidezze di voce la sua famosa aria; ottime Franquita e Mercédès, sia come attrici sia come interpreti. Tutti gli altri sono all’altezza, in genere soprattutto dal punto di vista interpretativo, meno da quello vocale. Si nota l’accuratezza e la minuziosa finezza con cui sono stati tutti seguiti dal regista.
Per quanto riguarda la direzione di Piollet, è puntuale e precisa, in alcuni punti anche trascinante; il coro del teatro talora non appare del tutto omogeneo nei tempi.
Davide Dettore