Roland de Lassus
CANTICUM CANTICORUM
Choeur de Chambre de Namur
Ricercar RIC 370
E’ proprio vero: in certi momenti fa bene tornare alle radici della musica occidentale, laddove il Gregoriano e la polifonia furono i caposaldi per ogni sviluppo ulteriore, fino al “secolo breve” appena trascorso. Ma fa bene risalire anche più indietro, per cercare risposte alle domande, ai dubbi più laceranti che ci attraversano, da sempre, la mente.
In questa luce, ho accolto con estrema soddisfazione l’iniziativa della piccola etichetta belga Ricercar di proporre il Cantico dei Cantici di Orlando di Lasso, compositore per sua stessa natura in bilico tra sacro e profano.
Il Concilio di Trento aveva strenuamente avversato la musica “profana”: dai canti popolari ai Madrigali, ai Mottetti, alle Canzoni. E proprio Orlando di Lasso, Pierluigi da Palestrina e Vincenzo Ruffo furono investiti dai Padri conciliari della fornitura di opere che rispondessero a quei precisi requisiti, fungendo, ad un tempo, da modelli.
Orlando di Lasso risponde all’incarico a modo suo e il Cantico dei Cantici e’ la sorgente ideale proprio per far coesistere sentimenti sacri e profani.
Ma la valenza del Cantico non si ferma qui. Come la mia amica Silvia Magnani scrive nella premessa alla sua traduzione dall’ebraico, “il Cantico e’ la celebrazione del desiderio incolmabile, della voragine che l’uomo scopre dentro di se’ e della ricerca, in questo vuoto, di un’anima che risponda, e metta pace, alla insaziabilità del desiderare.”
Ecco il secondo “bisogno” cui accennavo all’inizio.
Comunque il fatto è che Orlando di Lasso e’ recidivo e il Cantico non è un episodio isolato: pescando tra le sue più celebri Canzoni, compose la Messa “Suzanne un jour” del 1577 e utilizzo’ il Madrigale di Cipriano de Rore “ancor che col partire”per un suo Magnificat. In tutti questi casi, abbiamo dunque composizioni religiose i cui temi sono improntati ad evocazioni di pene d’amore.
E così per altre Messe ed altri Magnificat.
Poveri cardinali del Concilio tridentino !
Da ultimo, un plauso convinto al Choeur de Chambre de Namur: professionalmente inappuntabili.
Angelo Formenti