Cover Cd Couperin - Natives

François Couperin

“L’œuvre intégrale pour orgue”

Marina Tchebourkina

2CD Natives CDNAT06

François Couperin detto Le Grand, per distinguerlo dall’omonimo zio, conosciuto con l’appellativo dell’Ancien, compose due messe per organo nei suoi primi anni di attività, esattamente nel 1690, appena ventiduenne. Si tratta dei Pièces d’orgue Consistantes en deux Meßes / l’Une à l’usage ordinaire des Paroißes, / Pour les Festes Solemnelles. / L’Autre propre pour les Convents de Religieux, et Religieuses (ossia “Pezzi d’organo consistenti in due Messe, l’Una a uso ordinario delle Parrocchie, per le Feste Solenni, l’Altra propria all’uso dei Conventi di religiosi e religiose”), le quali vantano indubbiamente delle idee e degli sviluppi interessanti, anche se non fondamentali per ciò che riguarda il livello e lo sviluppo compositivo (diciamolo chiaramente, in fatto di musica organistica il Barocco francese non può di certo vantare la stessa importanza e profondità di quello tedesco) e se proprio si devono indicare i momenti più incisivi e coinvolgenti di queste due opere, la scelta cade per entrambi gli offertorium. Fatto sta che all’epoca queste due messe diventarono subito celebri, anche se il loro utilizzo primario era quello di essere eseguite specificamente per i servizi divini da accompagnare presso la Chiesa di Saint Gervais a Parigi e, come appunto recitano i titoli, per le parrocchie e per i conventi dei vari ordini di religiosi. Eppure, è curioso constatare come François Couperin le Grand, che fondamentalmente fece l’organista per tutta la vita, abbia lasciato solo un libro di pezzi d’organo (quello che appunto riguarda le due messe in questione), che nonostante l’importanza e il riconoscimento che hanno continuato a ricevere nel tempo, attraverso le varie generazioni di organisti che si sono succedute, è ancora considerata a tutti gli effetti un’opera squisitamente giovanile.

Forse dipende proprio da questo motivo il fatto che, al di fuori dei confini nazionali, queste due messe non hanno avuto una grande diffusione nel resto d’Europa, tenuto conto che non furono nemmeno “spinte” e distribuite dagli editori francesi del tempo (ossia i potenti stampatori Boivin, Ballard, Bonneuil, Le Clerc). La presente registrazione, come altre che l’hanno preceduta negli ultimi tempi, prevede la presenza del solo organo, senza l’intervento delle voci. Una scelta che intende privilegiare l’importanza dell’apporto strumentale, esaltando la sua monumentalità e la sua duttilità nei vari passaggi canonici delle messe. In questo caso, l’organista russa Marina Tchebourkina si avvale del portentoso e sontuoso suono del grande Organo della Cappella reale del castello di Versailles, opera moderna da parte degli organari Jean-Loup Boisseau e Bertrand Cattiaux. Dotato di una timbrica possente, soprattutto nel registro acuto e in quello grave, sotto le mani dell’organista russa esprime al meglio le molteplici sfumature che riesce a produrre.

Più che notevole la lettura effettuata da Marina Tchebourkina che risulta convincente in entrambe le messe, con un’esecuzione che nulla toglie e nulla esaspera, ribadendo con la sua interpretazione il taglio sacrale e non virtuosistico di queste pagine.

Meno valido, rispetto al lato artistico, quello tecnico, in quanto la presa del suono non riesce a conchiudere e a padroneggiare nello spazio e nella resa dinamica l’imponente suono dell’organo di Versailles, che soprattutto nel registro acuto tende in alcuni punti a inacidirsi e a saturare lo spazio sonoro.

Andrea Bedetti