daniele boccaccio bach organo

J. S. Bach

DAS WOHLTEMPERIERTE  KLAVIER

Daniele Boccaccio, organo

BRILLIANT Classics  95157

Con quattro CD registrati tra l’aprile 2015 e il gennaio di quest’anno, l’etichetta BRILLIANT ci propone l’incisione, con l’organo, del Wohltemperierte da parte di Daniele Boccaccio.

Metto il primo CD nel lettore e le note del  celeberrimo preludio BWV 846 cominciano a fluire dalle casse… immediatamente, tra le decine di incisioni che conosco, mi si affaccia alla mente una vecchia registrazione al pianoforte di Maria Tipo per la EMI. Sono sconcertato: forse solo un esperto dell’inconscio potrebbe spiegarmi il perché.

Oppure no, la cosa è molto più semplice di quanto appaia a prima vista e sta nel genio musicale di Bach.  Dopo molti anni (mai troppi) e dopo molte ore di ascolti e di valutazioni musico-terapeutiche mi sono convinto che la musica del Kantor ha qualcosa di intrinsecamente diverso da tutte le altre musiche.  E tutto ciò appare in relazione con la frequente, esplicita o implicita, assenza di indicazioni circa lo strumento, o gli strumenti, con cui suonarla, a cominciare dall’Arte della fuga.

E’ come se Bach ci fornisse un panorama stupendo ed un numero infinito di lenti colorate per contemplarlo.  Ecco dunque, per fare un esempio, clavicembalo, clavicordo, organo, pianoforte, ma anche sintetizzatore…

Il Wohltemperierte lo dimostra. Oggi viene suonato, e registrato, prevalentemente col pianoforte, strumento inesistente negli anni di Bach. Questo nulla toglie alla qualità della partitura, una delle musiche più maestosamente strepitose che mai siano state scritte.

Bach disponeva di clavicordo, clavicembalo, organo e su questi strumenti deve avere composto.

O forse no, non se ne servi’, e la musica fu generata dalla sua sola corteccia cerebrale, che funse anche da strumento.

Lo stesso autore di queste incisioni, Daniele Boccaccio, fa notare come, a suo avviso, Bach abbia potuto pensare ad una esecuzione organistica dell’intera opera poiché nessun altro strumento come l’organo ci può dare una performance così profonda e maestosa.  E  forse ha ragione.

D’altra parte, il termine  tedesco “klavier” e’ stato spesso tradotto in modo inesatto. Fino al XVIII secolo, non solo in Germania, ma in tutta Europa, “klavier” stava a indicare qualsiasi tastiera e quindi, tradurlo come “clavicembalo” e’ sbagliato. E forse il Wohltemperierte e’, per Bach, un “ORGELWERKE” , musica per organo.

Probabilmente è anche opportuno riflettere su come la produzione bachiana si possa dividere in due grandi filoni, quello liturgico e quello didattico.  Il Wohltemperierte, come l’Arte della fuga, appartiene a questo secondo gruppo; concepita nel corso degli anni, come Bach spesso faceva,  spigolando tra composizioni già esistenti, trasponendole e/o ampliandole.

Il risultato, certamente didattico, non lo e tuttavia solo per i musicisti, ma anche, almeno in modo equivalente, per i fruitori, che possono così imparare ad affacciarsi sul valore intrinseco della musica, guidati per mano, passo passo.

A dispetto di quanto detto fino a qui, l’esecuzione organistica del Wohltemperierte  e’ oggi insolita.

Daniele Boccaccio colma in modo assolutamente magistrale la lacuna.

Angelo Formenti