EMIL GILELS – The Complete Rca And Columbia Album Collection
Ciaikovski: Concerto per pianoforte e orchestra No. 1 Op. 23 (2 versioni)
Brahms: Concerto per pianoforte e orchestra No. 2, Op. 83 (1958)
Schubert: Sonata D. 850/Op. 53; Sonata D784, op. 143
Liszt: Sonata in SI minore
Shostakovich: Sonata No. 2, Op. 64
Bach: Suite Francese No. 5, BWV 816; Preludio No. 10, BWV 855.
Chopin: Concerto per pianoforte e orchestra No. 1, Op. 11 (1964)
Emil Gilels, pianoforte
Zubin Metha, Eugene Ormandy, Fritz Reiner, direttori
RCA Red Seal 88875177312
La RCA molto opportunamente raccoglie in un unico cofanetto le incisioni di Emil Gilels presenti nel suo catalogo. Possiamo così avere l’opportunità di cogliere uno spaccato, sia pure parziale, dell’arte tastieristica di quello che fu uno dei colossi del pianismo del Novecento. Una figura forse un po’ oscurata dall’ombra del ciclone Richter di cui rappresenta, per certi versi, l’altra faccia della medaglia. Tanto Richter era dionisiaco, vulcanico e ricco di pathos, quanto Gilels si faceva portavoce di un pianismo solido, ordinato, razionale. Non che manchino nel pianista di Odessa momenti di abbandono dionisiaco ma sicuramente la sua forza visionaria non investe l’ascoltatore con la potenza immediata riscontrabile in Richter. Dotato di una tecnica completissima e strabiliante, questo allievo di Neuhaus (come lo fu anche Richter, del resto) è riuscito a piegare le sue doti fuori dal comune per arrivare al nocciolo più intimo della musica. Lo vediamo con evidenza palmare in un Primo di Chopin lirico e cantabile, così come in un bellissimo quanto controllato Primo di Ciaikovski (con Reiner, ma c’è un’altra lettura altrettanto valida, di un quarto di secolo dopo, con Metha), fissato durante il sensazionale tour negli Stati Uniti nel 1955. Letture che sono diventate oramai un riferimento, così come lo è il Secondo di Brahms sempre con Reiner. Forse più interessante è però ascoltare Gilels alle prese con Schubert, Liszt (la Sonata in Si minore) e soprattutto Shostakovich. Di questi autori il musicista russo offre letture rigorose e sorvegliate, lontane da eccessi manieristici di qualsivoglia natura. Da segnalare anche una straordinaria esecuzione della Suite Francese n. 5 di Bach, affrontata con un rigore ritmico che non ha nulla da invidiare a quello di Gould. La filosofia di Gilels si potrebbe dunque sintetizzare con le parole da lui stesso pronunciate: “All’inizio amavo il virtuosismo. Più tardi ho capito che la musica è correlata alla poesia, alla pittura e, parola forse grossa, alla filosofia”. Per questo Gilels è un pianista ancora oggi moderno, un pianista non solo da ascoltare ma anche da meditare.
Fabrizio Carpine