AA.VV.
“Munch dirige Poulenc, Debussy, Honegger, Vaughan Williams, Barber”
Boston Symphony Orchestra
Charles Munch
2CD Urania Records WS 121.262
Questo doppio CD che include tutte registrazioni a dir poco storiche, rappresenta un ritratto ideale dell’arte di Charles Munch, il leggendario direttore e violinista alsaziano. Un ritratto, tra l’altro, rafforzato ed esaltato dalla presenza di quella che in un certo senso può essere definita la sua “creatura” orchestrale per eccellenza, quella Boston Symphony Orchestra che si è sempre distinta per essere la più “europea” delle grandi compagini orchestrali statunitensi, della quale fu a capo dal 1949 fino al 1962, tanto da creare una specie di osmosi artistico-musicale grazie alla quale sono state fissate innumerevoli esecuzioni che hanno fatto la storia dell’interpretazione del Novecento. I due CD in questione contemplano registrazioni che vanno dal 1942, con la storica presa del suono in prima assoluta a Parigi, durante la guerra, della Seconda sinfonia di Arthur Honegger (questa effettuata con la Paris Conservatoire Orchestra) fino al 1961, con un’altra importantissima prima, quella del Gloria di Francis Poulenc effettuata a Boston, a sette anni dalla morte di Munch. Le altre registrazioni riguardano La demoiselle élue (Boston, 1955) e Le martyre de Saint Sebastien (Boston, 1956) di Claude Debussy, l’Ottava sinfonia di Ralph Vaughan Williams (Boston, 1958) e l’Adagio per archi di Samuel Barber (Boston, 1957). Cittadino tedesco (quando nacque a Strasburgo nel 1891, l’Alsazia faceva parte ancora dell’impero germanico), Munch divenne poi cittadino francese, per poi ricordarsi delle sue origini teutoniche, al punto che durante l’occupazione tedesca della Francia e nel corso del regime collaborazionista di Vichy pensò ben di aggiungere l’umlaut sulla u. Questo per far capire come il gesto direttoriale di Munch, oltre a privilegiare un’indubbia cantabilità, un’esaltazione delle linee melodiche di chiaro stampo francese, sapeva far coniugare anche quel rigore, quella capacità di tenere e sostenere le grandi arcate orchestrali, con una lettura metodica, capillare, analitica (da qui il suo grande interesse per il repertorio sinfonico contemporaneo).
Ascoltando proprio queste registrazioni si avverte chiaramente questa duplice predisposizione in Munch: se le linee suadenti, conturbanti e seducenti delle due composizioni orchestrali di Debussy (si ascolti, tra l’altro, la voce di Victoria de los Angeles ne La demoiselle élue!) vengono smaltate, lustrate dalla tersa lettura del direttore alsaziano, allo stesso tempo la loro chiarezza tematica, l’elemento narrativo che si annida in esse non viene sacrificato o sminuito, ma raccontato proprio grazie alle facoltà analitiche del gesto direttoriale di Munch. Così come, poi, le due sinfonie del compositore inglese e di quello svizzero vengono focalizzate in tutta la loro costruzione, senza però che venga meno la caratteristica emotiva (Vaughan Williams) e l’impatto timbrico (Honegger). E se il nitore candido e trasparente degli archi della Boston Symphony Orchestra rilucono struggentemente nell’Adagio di Barber, si ascolti come Munch e la compagine statunitense riescano a far collimare i due lati del meraviglioso e anticonformista Gloria di Poulenc, quello esaltante, quasi “tribale” (da qui certe critiche all’indomani della sua esecuzione) della prima parte, con quello più pacato, riflessivo, mesto che si avvia con il “Qui sedes ad dexteram Patris”. Irrinunciabile.
Andrea Bedetti