Charles Gounod
“Cinq-Mars”
Mathias Vidal – Véroniques Gens
Tassis Christoyannis – Andrew Foster-Williams
Chor des Bayerischen Rundfunks
Münchner Rundfunkorchester
Ulf Schirmer
Ediciones Singulares ES 1024 (2cd<9
Cardine di un preciso aspetto del Romanticismo europeo, quello di esaltare attraverso l’apporto letterario fatti e gesta del passato, il romanzo storico (un tipico esempio è l’Ivanhoe di Walter Scott) rappresentò anche un trampolino di lancio per la creazione e la trasposizione di questo tipo di opere per il teatro operistico del tempo (come nel caso del dramma storico di Victor Hugo Le roi s’amuse che Giuseppe Verdi e Francesco Maria Piave trasformarono nel Rigoletto). Restando nell’ambito della cultura francese, fu Alfred de Vigny nel 1826, dando alle stampe il romanzo storico Cinq-Mars, a seguire le orme lasciate dall’Ivanhoe, pubblicato sette anni prima, e a lanciare in terra transalpina questo genere letterario. E forte dello straordinario successo ottenuto dal romanzo, l’industria operistica francese non volle mancare l’occasione di trasporre l’opera di de Vigny sul palcoscenico teatrale. Fu così Léon Carvalho, il potente direttore dell’Opéra-Comique parigina a incaricare Charles Gounod di scrivere l’omonimo dramma lirico. Il compositore francese, lontano dalle scene operistiche da dieci anni (l’ultima sua opera era stata proprio Roméo et Juliette), decise di accettare l’incarico, con l’aiuto dei librettisti Louis Gallet e Paul Poirson. L’opera Cinq-Mars andò in scena il 5 aprile 1877 all’Opéra Comique, con lo stesso Gounod sul podio. Il successo arrise all’opera, ma non raggiunse di certo il clamore ottenuto dal compositore francese con Roméo et Juliette, non togliendo e non aggiungendo nulla di nuovo rispetto alla dimensione creativa raggiunta da Gounod con le sue opere precedenti. Scritto in poco più di tre mesi, Cinq-Mars riprende solo in minimissima parte l’intreccio del romanzo di de Vigny e risente a volte di una certa pesantezza, di una certa prevedibilità negli intenti e nelle soluzioni musicali, ma è indubbio che rappresenta un documento storico di primissima importanza all’interno del corpus delle dodici opere liriche scritte da Gounod. E quindi ha fatto bene il Palazzetto Bru Zane di Venezia, che mira a riscoprire e a valorizzare il repertorio romantico francese, ad allestire dapprima la ripresa mondiale moderna di quest’opera nel 2015 e a registrarla poi con le Ediciones Singulares, nella sua meritoria collezione “Opéra français”. Ripeto, non si tratta di un capolavoro, ma di una conferma, di un’ulteriore focalizzazione delle indubbie capacità di orchestratore e di sagace plasmatore di voci quale fu Gounod, con una strumentazione su cui risaltano i chiaroscuri della vicenda che si conclude con la morte del protagonista, il marchese de Cinq-Mars, accusato di aver tradito la corona francese in favore della Spagna. Se questa registrazione mette in risalto gli aspetti positivi dell’opera, ciò va a merito della compagnia dei cantanti su cui spiccano le voci del tenore Mathias Vidal nel ruolo del protagonista, del baritono Tassis Christoyannis in quello dell’amico de Thou, del baritono-basso Andrew Foster-Williams in quello del perfido Père Joseph, con il soprano Véronique Gens, nella parte della principessa Marie de Gonzague solo un gradino sotto. Ottima la direzione di Ulf Schirmer, capace di mettere a proprio agio i cantanti, senza per questo rinunciare a una direzione attraverso la quale mette in risalto le mille sfumature orchestrali.
Andrea Bedetti