CD, DVD, libri, videogiochi. Destinati a una morte lenta e inesorabile? Sembrerebbe proprio di no, stando a una recente indagine condotta da GfK per Aesvi (Associazione Editori Sviluppatori Videogiochi italiania) FIMI (Federazione Industria Musicale Italiana) e UNIVIDEO (associazione degli Editori Audiiovisivi), dalla quale emerge un incremento del 5,3% del fatturato di questi prodotti nel 2015, come riposta il sito online di Repubblica.
Che in soldoni significa 2,9 miliardi di euro (sempre riferito al 2015) per un comparto che sembrava destinato a scomparire grazie agli ormai sempre più diffusi download e streaming digitali.
Altri numeri interessanti di questa indagine sono gli 8,6 milioni di acquirenti stabili che comprano regolarmente prodotti di entertainment. Nel semestre ottobre 2015 – marzo 2016 si sono contati 20,6 milioni di acquirenti con una spesa media di circa 55,26 euro.
Ma il dato forse più sorprendente di questa indagine (e confortante per i pochi rimasti nel settore) è che un quinto di questi acquirenti preferisce ancora il negozio fisico, l’incontro diretto con il titolare, per farsi consigliare e guidare nelle scelte di prodotti comunque ormai decisamente costosi rispetto agli equivalenti “digitali”.
Chi compra on-line (il 51% di questa indagine) lo fa per le evidenti promozioni che la distribuzione online assicura.
Comunque, che si vada in negozio o si clicci con il mouse, il cd fisico, il DVD, il libro sono ancora preferiti nella loro concretezza fisica. Una notizia che non può non fare piacere all’appassionato, anche di musica classica.
Gabriele Formenti